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Vincere, convincere e divertire. Arrigo Sacchi ha - da sempre - la stessa 'fissa' di Silvio Berlusconi. "Si può vincere anche facendo calcio, puntando più sulle idee che sull'utilitarismo. Ma oggi non va sempre così. La Juve? A Marotta l'ho detto: per trionfare in Europa dovete seguire quella strada". L'ex allenatore rossonero, in una lunga intervista a La Stampa, sottolinea poi i meriti di chi questa rivoluzione filosofica sta cercando di portarla avanti: "Ci sono 6-7 allenatori che hanno messo al primo posto le idee, le convinzioni, l'entusiasmo. Nel pallone come nella vita il merito è stato sorpassato dalla furbizia e dall'arrivismo, ma stiamo crescendo. Mi piacciono l'Empoli, il Pescara, e poi Giampaolo, Di Francesco, Sarri".
Nell'elenco balza agli occhi l'assenza di Montella, ma forse perchè questo Milan ancora non si sta esprimendo come lo stesso Montella vorrebbe. Sacchi ha poi parlato di alcuni singoli, come Paulo Dybala, lanciando qualche piccola frecciata: "Sono un suo ammiratore, diventerà un grandissimo. E se qualcuno al Milan mi avesse ascoltato, due anni fa, forse non giocherebbe nella Juventus".
Da un milanista mancato ad un altro: Marco Verratti, spesso accostato ai colori rossoneri: "E' un grandissimo giocatore, ma deve avere un centrocampo diverso attorno a sè rispetto a quello che Ventura gli ha costruito nell'ultima partita con la Macedonia. Quando lo presi al Milan, Ancelotti era più lento di me, ma attorno c'erano altri, appunto". Come a dire, puoi essere lento quanto vuoi, ma se gli altri corrono per te e sai vedere bene il campo, sai far correre il pallone, allora poco importa...
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