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Sacchi, veleno sulla Juve: “Vince solo in patria. Noi al Milan, invece…”

Arrigo Sacchi
Arrigo Sacchi ha puntato il dito contro gli scarsi successi internazionali della Juventus. Facendo un interessante parallelo con il suo Milan

Daniele Triolo

La Juventus disputerà, il prossimo 16 marzo, all'Allianz Arena di Monaco di Baviera, la sfida valevole per gli ottavi di ritorno di Champions League contro il Bayern di Pep Guardiola. Si parte dal 2-2 dello 'Stadium': la gara si preannuncia avvincente, ed aperta, considerando il momento di flessione nel quale sono incappati i bavaresi e, al contrario, l'ottimo periodo di forma della formazione bianconera di Massimiliano Allegri.

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan ed ex Commissario Tecnico della Nazionale Italiana, però, non ha lesinato una dura bordata alla Juventus, puntando il dito, durante un'intervista a 'La Presse', contro gli scarsi successi collezionati internazionali della società bianconera nella sua storia. Sacchi ha spiegato il suo punto di vista, facendo anche un interessante parallelo con il suo Milan: “La Juve è dieci anni avanti a tutte le altre per coesione e competenza. Il suo limite sono i verbi. Noi al Milan ne coniugavamo tre: vincere, convincere, divertire. La Juventus ne coniuga uno, vincere”. Secondo Sacchi, la Juventus può essere paragonata, per blasone e palmares ricco di trofei sì, ma quasi esclusivamente in ambito nazionale, ad una squadra che non ti aspetti: “Si dirà: 'In Italia continua a vincere'. Ed io dirò: anche il Rosenborg vince sempre lo Scudetto in Norvegia. Ma quello che conta è la Champions League e in Europa la Juventus fa fatica”.

Sacchi ha poi addolcito la pillola, nei confronti della Juventus, parlando del tecnico Massimiliano Allegri: "Io divido gli allenatori in tre categorie. La prima è quella che comprende un piccolo drappello di geni, di innovatori, che mettono il gioco al centro del loro progetto. La seconda è quella degli orecchianti, che seguono la moda senza sapere un granché. La terza riguarda quelli orgogliosamente aggrappati al passato, che fanno della tattica esasperata il loro modus operandi, che sono ingessati ad un solo sistema di gioco. Max è una via di mezzo tra le prime due: è un grande tattico, sa cambiare in corsa, però non deve accontentarsi solo di vincere”.

Promosso Conte, definito “un autentico fenomeno”; bocciato, al contrario, Claudio Ranieri, nonostante il sorprendente primo posto in Premier League alla guida del Leicester City: “Sta facendo un capolavoro, ma con un tipo di calcio non armonioso. È un grande tattico, sfrutta le sue qualità al meglio. Ancelotti è diverso e il fatto che abbia sempre avuto a disposizione dei campioni non significa nulla. Guardate come è messo ora il Real con gli stessi giocatori”. Per concludere, Sacchi, che ha sottolineato di vedere del buon calcio in molte squadre della Serie A, ha promosso alcuni tecnici rampanti: “Chi sono gli eletti? Di Francesco, Spalletti, Sarri, Paulo Sousa e Giampaolo”, le convinzioni di Sacchi.

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