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Sei sfumature di Seedorf: dall’Ajax al Milan, tra coppe e record

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Dagli esordi con l'Ajax alla carriera rossonera, fatta di vittorie sul campo e un'esperienza, quella da allenatore, dolceamara. Riviviamo insieme la carriera di Clarence Seedorf, tra gol e record

Luca Fazzini

IL PROFESSORE

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Dinamismo, tecnica, grinta e classe. Mai fuori dalle righe, sempre disponibile e pronto per ogni situazione. Stiamo parlando di Clarence Seedorf, che proprio oggi compie 40 anni. Gli inizi all'Ajax, la parentesi Real e l'Italia, luogo dove si forma calcisticamente e umanamente, per poi farci ritorno - dopo l'esperienza sudamericana - come allenatore del Milan, facendosi trovare ancora una volta pronto e mettendosi a disposizione per un'avventura a tinte rossonere. Una carriera densa, colma di successi e di soddisfazioni. Noi la ricordiamo così. Tanti auguri, Clarence. 

AJAX

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Nato in Suriname ma con cittadinanza olandese, Seedorf completa tutta la trafila delle giovanili all'Ajax, approdando ben presto in prima squadra. Nel novembre del 1992 debutta a poco più di 16 anni, risultando il calciatore più giovane ad aver esordito con il club biancorosso. Con i lancieri inizia a farsi strada nel grande calcio: vince due titoli nazionali e la Champions del 1995, contro il Milan di Fabio Capello, quello stesso Milan che gli regalerà numerose gioie e vittorie. In maglia biancorossa gioca 65 gare con 11 gol totali. Terminata l'esperienza olandese, passa per un anno alla Sampdoria, dove gioca 32 partite, realizzando 3 gol.

REAL MADRID E INTER

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Nell'unica sua annata in blucerchiato, termina la stagione all'ottavo posto e viene acquistato dal Real Madrid. In panchina c'è quel Fabio Capello che aveva sconfitto non più tardi di un anno e mezzo prima nella finale di Champions League. Vince subito il titolo nazionale al primo anno e la seconda stagione al Bernabeu Seedorf conquista nuovamente la Champions, battendo un'altra italiana, la Juventus. In tre stagioni coi Blancos gioca 121 partite, segna 15 gol e vince anche una Coppa Intercontinentale e una Supercoppa di Spagna.  Nell'estate del 1999 passa all'Inter, giusto per una stagione. Il tempo di segnare all'esordio e di realizzare una splendida doppietta alla Juventus. 

IL MILAN ANCELOTTIANO

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Al termine della stagione, ecco il Milan di Ancelotti. Nonostante le perplessità iniziali di stampa e tifosi, visto il recente passato sull'altra sponda del Naviglio, diventa immediatamente un perno dell'undici di Ancelotti. Se in nerazzurro giocava come esterno, a Milanello si ritrova nel centrocampo a tre con Pirlo e Gattuso. Contribuisce alla vittoria della Champions League del 2002, allo Scudetto del 2004 e soprattutto della Champions del 2007, in particolare in due occasioni. Nei quarti di finale, dopo il 2-2 di San Siro, realizza un gol e serve un assist di tacco per Inzaghi nello 0-2 dei rossoneri all'Alianz Arena contro il Bayern. Nel turno successivo, ecco il gol del 2-0 nel 3-0 finale al Manchester United, che regala al Milan la possibile rivincita contro il Liverpool in finale, due anni dopo Istanbul. Qui vince la sua terza Champions League (con tre squadre diverse, un record ancora imbattuto), una Supercoppa Europea e un Mondiale per Club.

IL NUOVO MILAN

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Terminata l'epopea Ancelottiana, il Milan accoglie prima Leonardo poi Massimiliano Allegri. Sotto la guida del brasiliano diventa lo straniero con più presenze in maglia rossonera, mentre con il tecnico livornese arriva lo Scudetto. Disputa un'altra stagione sotto la Madoninna, dove vince la Supercoppa Italiana contro l'Inter. Lascia i rossoneri al termine di quell'annata, con un'eredità pesante: 432 partite, 62 gol, due Champions League, un Mondiale per Club, due Scudetti, una Coppa Italia, due Supercoppe Italiane e altrettante Supercoppe Europee.

LA PANCHINA

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Nel bel mezzo dell'esperienza in Sudamerica, al Botafogo, ecco la chiamata del Milan. La richiesta è particolare, ma Seedorf accetta: molla il club brasiliano, appende gli scarpini al chiodo e ottiene in pochi giorni il patentino per allenare. A Milanello si impegna come negli anni da giocatore, probabilmente ancor più. Il suo score recita 11 vittorie, 2 pareggi e 9 sconfitte, compresa la Champions League. Vince un derby grazie alla rete di De Jong, ma fallisce l'obiettivo Europa League e in estate viene esonerato. Si lascia così in malo modo con i colori rossoneri, ma la carriera e l'impegno dell'olandese saranno sempre riconosciuti al giocatore da parte di tutto il tifo milanista.

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