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Ieri Carlo Tavecchio e Michele Uva, rispettivamente presidente e direttore generale federale, hanno lanciato l'allarme sui conti del calcio italiano. Lo studio effettuato dalla Figc ('una sorta di risonanza magnetica al mondo del pallone nostrano', ha spiegato Tavecchio) sull'annata 2014-15 vede il calcio perdere 500 milioni di euro a fronte di un fatturato di circa 3,7 miliardi. Il pallone italico rappresenta l'11% del pil totale del calcio mondiale. Oggi tutti quotidiani, sportivi e non, riportano i dati nel dettaglio, utili per capire lo stato di salute anche del calcio professionistico e ad indicare la direzione in cui muoversi per ottimizzare e aumentare i ricavi, riducendo drasticamente le perdite.
Il Corriere della Sera di questa mattina titola: "Calcio profondo rosso. Le società hanno perso mezzo miliardo di euro". Il fatturato è in crescita, ma i bilanci continuano a piangere miseria.
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