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E' una SerieA a doppia velocità, almeno nelle posizioni di testa: quello che fino a qualche settimana fa era stato definito il campionato più equilibrato degli ultimi anni, all'improvviso si è ritrovato ad essere di nuovo, per l'ennesima volta, un affare per pochi intimi, rubando dei termini alla danza potremmo quasi definirla "un passo a due". Come nella migliore delle feste, dopo aver ballato a lungo in gruppo, la coppia di turno di separa dal resto del gruppo, si isola e viaggia ad una velocità tutta sua, ecco perché la definizione di passo a due calza a pennello: "una danza creata per una coppia, che si isola dal resto del balletto e destinata ai ballerini più dotati".
Come le migliori étoiles di Parigi, Napoli e Juve hanno improvvisamente iniziato a prendersi il centro della scena: si inizia vicine, poi una delle due esegue il pezzo da solista (magari nell'anticipo di pranzo), lascia spazio alla risposta della controparte fino allo ristabilirsi dello status-quo.
Ecco, in sintesi, la domenica calcistica di ieri: divise da soli due punti, la coppia vintage Napoli-Juve si separa per poche ore. La Juventus, campione in carica, esegue il suo pezzo alla perfezione: 4-o in casa del Chievo, una ennesima prova da applausi per la stella bianconera con non vuole rinunciare al centro della scena, quel gradino più alto del podio che le manca dal maggio scorso. L'infortunio di Mandzukic è stato bypassato con leggiadria ed eleganza: risvegliato dal dolce suono della Coppa Italia, Morata si risveglia dal torpore autunnale e si riscopre bomber di razza. Seconda doppietta consecutiva, seguita dalla rete di Pogba e Alex Sandro: la Juventus si riscopre implacabile, eguaglia il record di vittorie consecutive di Conte e passa la scena al Napoli.
I partenopei mettono in scena, per una volta, una tragicommedia: inizio sprint dell'Empoli, che va in vantaggio, tanto per destare stupore nella sala. Poi, l'esplosione di gioia e ben 5 reti a ribadire che il palco, quest'anno, è anche e soprattutto affare azzurro: con un Higuain alla 22 rete in 22 gare e un Insigne da urlo e nuovamente in rete, la vittoria è in tasca, poi se tutto l'arsenale offensivo va in rete è normale riprendersi la testa della Serie A e del campionato, mentre dietro le altre arrancano.
Sì, perché mentre Napoli e Juventus procedono di corsa mano nella mano, le altre inciampano, rallentano o crollano: ampiamente parlato dell'Inter che si ritrova in 3 settimane a -9 dalla vetta, in un ambiente improvvisamente preda di isterismi al seguito di un fantastico derby a tinte rossonere, il terzo posto è momentaneamente occupato dalla Fiorentina, che però non va oltre il pareggio in casa del Genoa: solo 0-0, e Inter staccata sì, ma solo di una misera lunghezza.
All'improvviso, a lottare per il 3° posto, si ritrovano in quattro: i viola, come detto con mezzo piede avanti a quota 42, l'Inter ferma a 41, la Roma che finalmente inizia a vedere gli effetti della cura Spalletti (con buone dosi di Faraone, splendida la rete di El Shaarawy al ritorno in A) a quota 38, e il redivivo Milan a 36. Quattro squadre in 6 punti, più o meno gli stessi punti lasciati per strada nei pareggi con Carpi, Verona e Empoli, a cui potremmo aggiungere i 3 gentilmente regalati nella calza della Befana al Bologna. Inutile, però, piangere sul latte versato: il Milan, improvvisamente grande con le grandi (sei punti in due scontri diretti nel ritorno, dopo averne racimolato solo 1 in tutto il girone d'andata) deve continuare su questa strada se vuole confermarsi dopo l'emozionante derby e tornare sui palcoscenici che contano. Magari eseguendo un pezzo da solista sulle note della Champions.
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