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Sei vittorie su sei delle prime in classifica, le grandi prendono il largo: nel turno infrasettimanale di Serie A, le squadre in lotta per le posizioni più nobili ottengono tutte delle vittorie di prestigio, sebbene i risultati siano giunti in maniera e difficoltà diverse, facendo per la prima volta il vuoto dietro di esse.
Tra il Milan, sesto, e il Sassuolo settimo, infatti, ci sono ormai sei punti: una distanza di sicurezza accumulata nell’arco di due settimane che lascia presagire un campionato sempre più diviso in tre tronconi. Il primo, per la lotta scudetto, composto dalle fuggitive Napoli e Juventus; il secondo, quello per i piazzamenti europei, con quattro squadre a contendersi 3 posti (più il 4°tramite Coppa Italia); il terzo, quello formato dal resto delle squadre.
Lassù in vetta, oltre quota 50 punti, troviamo il Napoli: i partenopei, in evidente stato di grazia, non si curano di nessun avversario e ottengono la settima vittoria consecutiva sul campo di un'ingrigita Lazio, ora nona. Agli uomini di Sarri basta poco meno di un tempo per tornare a casa con il massimo risultato col minimo sforzo, sebbene la reazione biancoceleste nel secondo tempo abbia fatto correre qualche rischio di troppo.
A proposito di massimo risultato col minimo sforzo, ecco la Juventus vittoriosa (13° consecutiva) sul Genoa grazie ad un'autorete di De Maio su azione fulminante di Cuadrado: il colombiano sulla destra fa il bello e il cattivo tempo, seminando il panico nella difesa di Gasperini, superata in blocco con una magia dall'esterno di proprietà del Chelsea. Napoli 53, Juventus, 51: strisce record a confronto, a poco più di una settimana dallo scontro diretto.
Dietro si riprende a correre, perché chi si ferma è perduto: vincono tutte e quattro le squadre in lizza per la qualificazione europea, con 4 squadre in 6 punti. Terza, ma col fiatone, la Fiorentina: il Carpi è la sua bestia nera, ormai è conclamato, e dopo l'eliminazione in Coppa Italia i viola rischiano di perdere tre punti per "colpa" di Lasagna, che castiga nuovamente una big dopo l'Inter. Firenze però tira un sospiro di sollievo grazie ad una magia del ritrovato Zarate, che con un destro a giro fa esplodere il Franchi al 93°.
Vince, ma fatica anche l'Inter, che rispolvera l'1-0 d'ordinanza e si sbarazza del ChievoVerona, punito oltremodo da un'unica disavventura ad inizio ripresa da quel volpone di Mauro Icardi, che vendica così del palo colpito su rigore nel derby, riportando l'Inter a -1 dalla Champions League.
Al quinto posto, con qualche brivido di troppo e qualche dubbio sulla tenuta fisica dei calciatori, troviamo la Roma, corsara a Sassuolo per 2-0. Occhio però. il risultato lascia pensare ad un dominio, in realtà la superiorità tecnica dei giallorossi dura 45', con la splendida rete di Salah in apertura di match. L'intera ripresa, invece, è di marca neroverde, ma Sczezsny para tutto: l'occasione arriva al 90° su rigore, ma Berardi conferma il momento no e spara alle stelle il rigore del pari. Per la legge dei grandi numeri, gol mangiato, gol subito: sulla ripartenza, allo scadere del match ecco il tap-in di El Shaarawy su assist di Perotti.
Poi c'è il Milan, al 10° punto in 4 gare del girone di ritorno: calcolando il ruolino di marcia del girone appena cominciato, i rossoneri sono quelli messi meglio dal punto di vista fisico e atletico, e finalmente riescono a mettere in fila due gare senza prendere gol. Sull'ostico campo del Palermo, Mihajlovic stappa una fresca bottiglia di spumante, dal sapore deciso ed inebriante: il Milan, ora, torna a far paura alle grandi, conscio di avere (al momento) la qualificazione europea nelle sue mani. Col sesto posto, infatti, il Milan si garantirebbe la qualificazione almeno ai preliminari di Europa League: l'ultimo passo per la matematica certezza (oltre a mantenere almeno il sesto posto) è di arrivare in Coppa Italia. Vincendola si va ai gironi di Europa League, perdendola si deve almeno rimanere sesti per non restare a casa per il terzo anno consecutivo.
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