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Suso, il jolly del Milan: un po’ freccia e un po’ trequartista

Suso Milan
Suso è una delle scommesse di Montella. Imprevedibile e con un gran tiro. Il primo gol consegna al Milan un giocatore nuovo.

Stefano Bressi

Qualche settimana fa Vincenzo Montella continuava a ripetere che si sarebbe affidato a Suso e M'Baye Niang. Lo ha ripetuto tutta l'estate. I tifosi hanno storto il naso nel leggere l'attacco: "Ok Bacca, ma gli altri due? Sono affidabili?" 43 anni in due. Uno con la testa un po' calda, l'altro un punto interrogativo. Intoccabili per Montella. Non è un caso probabilmente che siano i due a funzionare meglio in questo Milan. Suso, in modo particolare, a Napoli ha messo in mostra tutte le proprie capacità. È riuscito a zittire un intero stadio. Non uno stadio qualsiasi, ma il San Paolo. Il suo gol è stato un capolavoro e, tra l'altro, ha portato il risultato sul 2-2. Reina gli ha detto: "Un tiro così non ti uscirà mai più".

Lo spagnolo ha scaldato il suo sinistro nei match precedenti, fin dalle amichevoli estive, ma finora non aveva mai colto la porta avversaria. Qualcuno stava già iniziando a spazientirsi. Stavolta, però, la traiettoria è stata perfetta. Ma il gol è solo la ciliegina sulla torta. 31, scrive La Gazzetta dello Sport, sono i passaggi riusciti nella metà campo avversaria nelle prime due gare; molto bello anche il lancio in occasione del gol di Niang; 80 sono i palloni giocati finora. Segni evidenti di come si sia perfettamente inserito nei meccanismi rossoneri. Ma non solo, i movimenti di Suso sono la vera arma in più per il Milan. Lo spagnolo riesce contemporaneamente ad accentrarsi e coprire la fascia. Insomma, è anche un po' trequartista.

È questo uno dei motivi per cui Montella lo adora. Il campano, si sa, predilige giocatori che sappiano adattarsi a più situazioni, modificando la posizione. Quando Suso punta un avversario, quest'ultimo non sa mai se il numero 8 taglierà verso il centro o andrà sul fondo. Non sappiamo ancora se Suso sia davvero una scommessa vinta, anche perché il passato insegna che uno dei suoi più grandi difetti è la discontinuità. Vero è che, finora, il Milan non gli aveva mai dato una vera e propria opportunità. Montella gli ha dato fiducia e il ragazzo ha preso fiducia. Voleva essere al centro del progetto Milan e sta venendo accontentato. Ora dipende solo da lui.

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