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La vittoria di ieri sera è il coronamento di un lunghissimo percorso, iniziato da Sinisa Mihajlovic e completato da Vincenzo Montella, per il Milan, che finalmente, sembra tornato ai fasti di un tempo. In attesa di confermarsi ai livelli più alti della classifica, i rossoneri continuano a lavorare per crescere sempre di più e si godono una grande vittoria contro la Juventus. Ma quali sono i segreti del Milan di Montella? Proviamo a scoprirlo:
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Questo Milan, giovane e italiano come fortemente voluto dal presidente Silvio Berlusconi, è sicuramente una fucina ricca di talenti. Il lungo lavoro di programmazione del settore giovanile e qualche acquisto mirato hanno portato ad avere giocatori capaci, a dispetto della loro età, di mettere in mostra qualità individuali superiori rispetto a molti coetanei e a calciatori più esperti.
Oltre ai vari Suso e Niang, il primo abilissimo nell'innescare i compagni come nell'occasione del gol, il secondo incontenibile ed efficace in entrambe le fasi, che però hanno già maturato un certo bagaglio di esperienza nel nostro campionato, chi più sorprende sono certamente i baby fenomeni usciti dal vivaio rossonero: Manuel Locatelli e Gianluigi Donnarumma. Entrambi sono da considerare dei predestinati, espressione di un talento purissimo che, nelle loro giocate, mettono in mostra senza paura; il gol, perla di rara bellezza, e la parata sullo scadere dimostrano tutto il loro estro.
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Elemento fondamentale per la rinascita del gruppo rossonero è finalmente il carattere che tutti i calciatori esprimono in campo, sia quando devono imporsi sia quando, come è successo ieri, c'è da fronteggiare una squadra tecnicamente superiore ed è inevitabile dover, a tratti, saper soffrire. Se da un parte ci sono giovani talentuosi, dall'altra, a trascinare la squadra, ci sono giocatori più esperti che si stanno sempre di più mostrando come dei leader in campo, tra tutti, simboli di determinazione e agonismo, ci sono Gabriel Paletta e Juraj Kucka.
Il primo sta vivendo una delle sue stagioni migliori da quando è approdato a Milanello: dirige con caparbietà la sempre più solida difesa rossonera e sta riuscendo nel compito di portare a compimento il processo di crescita di Alessio Romagnoli, anche lui sempre più decisivo; il secondo, invece, è emblema di forza e intensità, insostituibile corre e si lancia su ogni pallone giocabile mettendo in campo tutta la sua voglia.
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Il merito della rivoluzione rossonera è indubbiamente da attribuire a Vincenzo Montella, con lui il Milan ha ritrovato spensieratezza e compattezza, buon gioco ed equilibrio. Il suo lavoro a livello mentale ha fatto sì che l'undici in campo giocasse con grande spirito di squadra: tutti si mettono a disposizione, credono nel progetto e si sacrificano per ottenere il risultato. La cosa non è scontata perché l'allenatore campano chiede molto sotto il profilo dell'intensità e dell'atteggiamento ai suoi ma, sorprendentemente, i giocatori rispondono in modo convincente. Segno rappresentativo di ciò sono i movimenti di giocatori come Giacomo Bonaventura o M'Baye Niang, instancabili nel sacrificarsi in ogni zona e capaci di ricoprire almeno due ruoli in campo. Altra immagine significativa è quella che regala nel finale Gianluca Lapadula il quale dimostra come tutti abbiano lo spirito giusto quando vengono chiamati in causa: appena entrato sul rettangolo di gioco rincorre letteralmente Miralem Pjanic andando a recuperare una palla importantissima con la Juventus che premeva in avanti in cerca del pareggio.
Valerio Paini
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