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Oggi compie 36 anni Ronaldo de Assis Moreira, universalmente conosciuto come Ronaldinho, uno dei più grandi giocatori della storia recente del calcio internazionale. Il 'Gaúcho', attualmente svincolato, ha appassionato, con le sue mirabolanti giocate, il pubblico sudamericano ed europeo, ma non solo: un amante del calcio non può non aver apprezzato, ammirato ed amato le prodezze di Ronaldinho, qualunque sia stata la maglia che abbia indossato. In carriera, il brasiliano, ha giocato con Grêmio, PSG, Barcellona, Milan, Flamengo, Atlético Mineiro, Querétaro e Fluminense, vincendo vari titoli nazionali ed internazionali. Con la Seleção verdeoro ha vinto la Copa America nel 1999 ed il Mondiali del 2002 in Corea del Sud e Giappone. 'Pianeta Milan' ha voluto fare un excursus delle tappe principali della sua carriera, per augurargli di vero cuore un felice compleanno, e consentire anche ai tifosi più giovani di poter rivivere, anche solo per un istante, la magia del suo calcio fatto di allegria e tecnica sopraffina.
Ronaldinho (soprannominato così perché solitamente era il più piccolo in campo nelle partite che giocava) inizia a far parlare di sé in una delle squadre della sua città natale, Porto Alegre: con la maglia nerazzurra del Grêmio, esordisce in prima squadra nel 1998, debuttando nello stesso anno anche in Copa Libertadores e, nel 1999, vince il suo primo campionato, realizzando 15 gol in 18 gare. La sua esperienza con il Grêmio termina nel 2001, con uno score di 21 gol in 44 gare di campionato ma ben 55 reti in 105 gare totali in tutte le competizioni disputate.
Nel gennaio 2001 viene acquistato dai francesi del PSG, i quali, però, per una controversia finita in Tribunale e sui tavoli della FIFA, possono tesserarlo solamente dall'agosto dello stesso anno. In Francia, le qualità di Ronaldinho emergono prepotenti: il Gaúcho non vince nulla, eccezion fatta per un'edizione della Coppa Intertoto, ma attira su di lui gli occhi di mezza Europa: è il miglior giocatore di un PSG lontano anni luce da quello che è attualmente, e grandi club come Manchester United e Barcellona iniziano a premere per assicurarsene le prestazioni e le giocate. 'Dinho' spinge per lasciare Parigi, dopo 77 presenze e 25 gol totali e, nell'estate 2003, la spunta il Barcellona, che per lui sborsa 30 milioni di euro.
In Catalogna arriva dopo il fallimento della trattativa tra Barça e David Beckham, che preferisce accasarsi al Real Madrid. Nella sua prima stagione nella Liga realizza 19 reti e contribuisce al secondo posto finale dei blaugrana. Nel 2004 vince per la prima volta il FIFA World Player of the Year, premio probabilmente anche più importante del Pallone d'Oro poiché assegnato da Commissari Tecnici e capitani delle Nazionali di calcio, nonché il suo primo campionato spagnolo. L'anno successivo, il 2005, oltre al gol sensazionale del 'Santiago Bernabeu', dove Ronaldinho, in un Real-Barça 0-3 salta tutta la difesa dei 'Blancos' e va dritto in porta guadagnandosi la 'standing ovation' del pubblico degli acerrimi rivali, arriva anche il Pallone d'Oro, oltre al secondo FIFA World Player of the Year consecutivo. Al termine della stagione 2005-2006, vince ancora la Liga e la Champions League, nella finale di Parigi contro l'Arsenal. Nel 2006-2007, Ronaldinho mette a segno il suo 50° gol con la maglia del Barcellona contro il Villarreal: in quella gara, il Gaúcho realizza anche una strabiliante rete in rovesciata con la 'gamba di richiamo': una giocata d'alta scuola ancora impressa nella mente di tutti i tifosi di calcio. Nel 2008 iniziano i suoi problemi fisici: una lesione all'adduttore rimediata in aprile lo costringe a chiudere anzitempo la stagione.
Con l'esplosione, tra le fila blaugrana, di un certo Lionel Messi, che un giorno ha dichiarato: “Quando ho realizzato il mio primo gol per il Barcellona, Ronaldinho, il più grande giocatore della storia del Barça, non mi ha soltanto passato il pallone, ma mi ha ceduto il testimone”, in caso di qualificazione in Champions League dei rossoneri. Con il numero 10 saldamente sulle spalle di Clarence Seedorf, Dinho sceglie, per la sua avventura italiana, la maglia numero 80: segna il suo primo gol per il Milan nell'occasione più bella, il derby di Milano, mandando k.o. la forte Inter di José Mourinho con un colpo di testa chirurgico all'incrocio su assist di Kakà. Le sue giocate mandano in visibilio il 'San Siro' rossonero: segna la sua prima doppietta a Genova contro la Samp, ed il suo primo gol europeo nella Coppa Uefa 2008-2009 con una forte botta all'incrocio dei pali contro il Braga in pieno recupero. Chiude la sua prima annata con 10 reti in 36 gare.
L'anno seguente, vince il Golden Foot 2009 davanti a Raúl e Henry, e viene premiato dalla rivista 'World Soccer' come miglior giocatore del decennio 2000-2009 davanti a Messi e Cristiano Ronaldo. Il 17 gennaio 2010 segna la sua prima tripletta con il Milan, in una vittoria interna contro il Siena per 4-0, e, al termine di quella stagione, risulta il miglior marcatore rossonero con 15 gol, insieme a Marco Borriello, ed il miglior assist-man dell'anno con 17 suggerimenti per i compagni. Quando, però, sulla panchina del Milan arriva Massimiliano Allegri, gli spazi per Ronaldinho si riducono: il brasiliano gioca sempre meno, e, sei mesi dalla scadenza del suo contratto, lascia i rossoneri per tornarsene a casa.
Passa al Flamengo per 3 milioni di euro, ed è nominato subito capitano della squadra di Rio de Janeiro. Il ritorno in Sudamerica fa bene a Ronaldinho, che torna a giocare a buoni livelli: in un anno e mezzo con la prestigiosa maglia del 'Fla', mette a segno 28 gol in 72 gare, e conquista un Campionato Carioca. Nel giugno 2012 cambia squadra, restando però sempre in patria: firma un semestrale con l'Atlético Mineiro, indossa la maglia numero 49 come omaggio alla madre operata di tumore e trascina la sua nuova squadra al secondo posto in campionato con 9 gol e 13 assist. Nel 2013, dopo aver ricevuto dei riconoscimenti dai media brasiliani, torna ad indossare la maglia numero 10 e vince il Campionato Mineiro: il 24 luglio dello stesso anno conquista, con l'Atlético, la sua prima Copa Libertadores, risultando decisivo nelle sorti della competizione con 4 gol e 8 assist. Prima di lasciare l'Atlético, vince anche il premio come miglior giocatore sudamericano.
, formazione messicana, con il quale firma un biennale. In Messico non ha molta fortuna, colleziona prestazioni mediocri, non convince né la dirigenza né i tifosi e rescinde il 20 giugno 2015, dopo aver totalizzato con il Quéretaro 8 gol in 29 partite. L'11 luglio firma con il Fluminense, ma la sua condizione atletica è evidentemente scarsa, e la sua carriera in rapido declino: gioca da trequartista, talvolta da prima punta, ma non riesce a fare la differenza. Dopo 7 gare, rescinde il contratto ed è attualmente senza squadra, dopo il fallimento di due trattative con il Sion, compagine svizzera, , club di Premier League.
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