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Van Basten, 21 anni fa il Cigno diceva basta: 9 momenti di una grande carriera

Marco Van Basten
Il 18 agosto 1995, Marco Van Basten diceva basta, dopo due anni di operazioni e calvario per i problemi alla caviglia. Ecco i 9 momenti che raccontano la grande carriera del Cigno di Utrecht

Donato Bulfon

Vana illusione

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Un anno prima faceva l'allenamento di rifinitura in gruppo con la squadra ad Atene il giorno di vigilia della Finale con il Barcellona. E sognava di giocare i Mondiali di USA '94 con la Nazionale olandese.

Quel giro di campo

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Un anno dopo faceva il giro di campo a San Siro con il passo lento e, soprattutto, con gli occhi umidi. Un anno dopo era il 18 Agosto 1995, 21 anni fa, la notte del giubbotto di renna. Era lui, era Marco Van Basten.

Cachemire

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Vai e colpisci. Così Silvio Berlusconi aveva dato l'incarico, ad Adriano Galliani, di andare a prendere quel giocatore di cachemire che inondava di leggerezza proprio il televisore del Presidente durante la visione dei suoi filmati.

All'ombra di Gullit

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All'ombra di Gullit. Proprio così, l'arrivo di Van Basten in rossonero è sovrastato mediaticamente dalle trecce di Ruud Gullit. Dopo un grande avvio estivo  in Coppa Italia, nel 1987, Marco deve fermarsi. La caviglia.

Il ritorno

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Il grande ritorno. Al suo ritorno in campo dopo la rieducazione, uno dei gol Scudetto dell'11' tricolore rossonero è griffato MVB, Milan-Empoli 1-0. Alla Domenica Sportiva la colonna sonora di quel gran tiro sarà: la Vita è adesso...

Il Cigno goleador

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Dammi la palla. E corri ad abbracciarmi. Era la frase che Van Basten rivolgeva soprattutto a Mauro Tassotti e Carlo Ancelotti. E quanti abbracci ci sono stati, dopo i tanti assist dei due amici e i tanti gol del Cigno, fino al 1992.

L'operazione

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Il Novembre/Dicembre 1992. E' il periodo dell'ultimo Pallone d'oro di Marco Van Basten, Dopo tanti titoli italiani, europei e mondiali con il Milan, quattro gol al Goteborg e quattro gol al Napoli. È tutto bello, tutto radioso. Il Milan è primo in Campionato e di fatto già qualificato per la Finale di Champions League. Marco pensa sia il momento giusto per operarsi, ancora alla caviglia, per poi tornare nel momento caldo della stagione.

Brusco risveglio

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L'importante è camminare. Purtroppo i momenti caldi o freddi non ci saranno più. La caviglia non si raddrizza, solo momento grigi. Il 17 Agosto 1995, al momento della conferenza stampa dell'addio in via Turati, Marco è brutale e realista al tempo stesso: "No, non potrò davvero più tornare a giocare a calcio. Voglio solo tornare ad avere la camminata normale che hanno tutti e che avete anche tutti voi".

Il giubbotto di renna

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Una caviglia ci ha tolto tanti anni di Marco. In cambio ci ha consegnato un mito. Che ancora oggi corricchia con noi, con il suo giubbotto di renna.

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