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Una partita troppo brutta per essere vera. Attenzione, non una partita, ma solo una squadra troppo brutta per essere vera.
Quello visto ieri al Bentegodi di Verona, è stato un Milan molto lontano da quello che i tifosi vorrebbero, che Berlusconi vorrebbe. Giocatori svagati, lenti, poco vogliosi di conquistarsi quel poco che rimane da conquistare, la dignità. Sono in pochi a salvarsi nella debacle dell'ennesima fatal Verona. Contro l'ultima in classifica ormai retrocessa, l'unico che ha davvero onorato la maglia è stato l'ormai solito migliore in campo, Gianluigi Donnarumma, per tutti Gigio.
Il giovane rossonero, incolpevole sui gol scaligeri, ha parato di tutto e di più, tenendo a galla una barca che stava per affondare sulle rive dell'Adige. Gigio per l'ennesima volta si è confermato super, giocando e combattendo come un trentenne e con una maturità da far invidia alla maggior parte dei suoi compagni. Che sembrano aver staccato la spina da un pezzo.
Contro il Verona altri due rossoneri hanno cercato di limitare i danni, provando a predicare in un deserto ben più desolato del caldissimo Sahara. Il giovane José Mauri ha fatto capire che lui c'è, che è vivo e che la voglia di spaccare il mondo è ancora intatta. Il giapponese Honda, da buon Samurai ha cercato almeno di sbattersi per gli altri e nell'ormai famoso ruolo da trequartista è sembrato poter dare qualcosa in più rispetto ai precedenti tentativi di Bonaventura e Boateng.
Insomma, di 14 giocatori scesi in campo contro il Verona, se ne salvano tre: una percentuale piuttosto bassa per una squadra che vuole l'Europa. Quale futuro dunque per questa squadra? La gara con il Frosinone si avvicina e le risposte dovranno essere altre. Decisamente.
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