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WEAH, buon sangue non mente: il figlio Timothy “fenomeno” a Parigi

George Weah, AC Milan
Un altro Weah si sta per affacciare nel canto che conta e, pare, con i numeri di un fenomeno. Si chiama Timothy ed ha passaporto statunitense

Donato Bulfon

Al sentire quel nome ogni tifoso milanista drizza le antenne a ricordo di un periodo rossonero carico di scudetti e palloni d'oro. George Weah, un nome e una garanzia, una forza della natura, trascinatore del Milan negli scudetti del 1995/96 e del 1998/99. Ora un altro Weah si sta per affacciare nel canto che conta e, pare, con i numeri di un fenomeno. Si chiama Timothy ed ha passaporto statunitense: il figlio di king George è nato a New York ma sogna di indossare un giorno la maglia del Psg che è tornato grande, in patria ma anche in Europa. Il 15enne ha già un fisico di tutto rispetto (1,84 m) poteva andare al Chelsea ma un anno e mezzo fa ha scelto l'ex squadra del papà dal '91 al '95, da cui il Milan lo portò in Italia. Timothy è nato nel 2000 ed è cresciuto nelle giovanili del Red Bull di New York e una settimana fa ha esordito con la squadra di categoria d’età superiore segnando tre gol. Le Parisien riporta i giudizi dei responsabili del centro di formazione che gli danno del "fenomeno" e le parole del grane papà: “Non lo dico perché è mio figlio, ma Timothy ha grandi qualità: è veloce, ha il fiuto del gol, del gioco e rispetta le indicazioni dell’allenatore. Non credo gli pesi il cognome che porta, conosce la mia carriera. E poi gli dico sempre che il talento non basta. Per sfondare bisogna lavorare duro”. Sta per sbocciare un nuovo campione?

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