Alberto Zaccheroni, tecnico dello Scudetto rossonero del 1998-1999, accetta . A 'La Gazzetta dello Sport' ha confermato, come, in effetti, possano esserci analogie tra il suo Milan e quello attuale, di Vincenzo Montella. “Qualche similitudine c'è, ma la mia squadra era molto più vecchia, alcuni giocatori erano nel finale della carriera. Weah, ad esempio, cambiò molte squadre nei mesi seguenti, però la sua carriera finì poco dopo”.
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Zaccheroni: “Sì, quello di Montella ricorda il mio Milan ’99”
Sul Milan 1998-99: era più forte di questo? “Aveva più qualità, ed avversari più forti. La Juventus di Lippi, la Fiorentina di Rui Costa e Batistuta, il Parma che vinse la Coppa Italia e la Coppa Uefa e soprattutto la Lazio di Cragnotti. Erano gli anni delle sette sorelle – ha ricordato Zaccheroni -: oggi la peggiore di quelle squadre se la giocherebbe con la Juve”.
Chi sarebbe titolare, di quel Milan, nella squadra 2016? “Bonaventura, in un modo o in un altro, avrebbe trovato posto: a me piace molto. Mi piace anche Romagnoli, ma certo, sul centro-sinistra in difesa giocava Maldini ...”.
17 anni dopo, come ricostruisce la storia di quel Milan 1998-99? “Vincemmo per : il Milan veniva da un decimo e da un undicesimo posto. Me lo ricordo, c'era gente che considerava Albertini, Boban, Weah, Maldini giocatori finiti. Invece, Maldini, Costacurta e Albertini, con gran rispetto dei ruoli, furono dei leader. Non si sono mai permessi di dire nulla davanti l'allenatore, però se qualcuno si comportava male, ci andavano a parlare. E le cose tornavano a posto”.
Zaccheroni ha sottolineato come il passaggio al 3-4-3 (o 3-4-1-2) fu facilitato dalla “disponibilità dei giocatori a cambiare”, e come il lavoro svolto in estate fece la differenza in termini di preparazione atletica. per Zaccheroni il quale, su Montella, ha dichiarato alla 'rosea': “Sì, mi piace molto. Ricordo le sue prime da allenatore, ero in Giappone e lo guardavo. Mi è piaciuto subito perché ha passione, gioca un calcio propositivo, mette i giocatori al posto giusto. Per un allenatore è la prima cosa: massimo due-tre calciatori fuori ruolo, i più forti sempre al loro posto”. Ed ancora: “Montella cura i dettagli: ho detto subito che era da Milan. Mette bene in campo la squadra e Bonaventura, un giocatore offensivo, da mezzala è un segnale importante”.
Infine, un aneddoto del 1999, quando capì che quella squadra avrebbe vinto il titolo: “Un sabato di aprile. Andammo ad Udine per la partita ed all'atterraggio, a Ronchi dei Legionari, scoprimmo che la Lazio aveva perso con la Juve. Ricordo le facce dei giocatori, gli occhi brillavano – ha ricordato Zaccheroni -: mi girai verso Galliani e dissi: 'Da qui in avanti le vinciamo tutte'”.
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