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2016 Review: Milan, quanto sei cambiato in un anno!

Juventus-Milan Supercoppa Italiana
Il 2016 sarà sicuramente ricordato come un anno di enormi cambiamenti: dalla rosa rivoluzionata con i “giovani italiani”, ai tre allenatori e all'ormai imminente cambio di proprietà

Donato Bulfon

La fine di un'epoca. Il 2016 rossonero si può facilmente sintetizzare con questa frase. Gli ultimi atti di un trentennio glorioso, fatto di successi continui, nazionali e internazionali, hanno portato a una fase di precarietà e transizione. Il 2016 è stato tutto questo per il Milan.

Le vicende societarie sono ancora in via di definizione, con un closing rinviato a marzo 2017 ma che ha condizionato quasi tutta l'annata rossonera, voci che si rincorrevano sulle cordate cinesi e relativi investitori che, fino a ora, sembrano non aver avuto risvolti psicologici negativi su una rosa tutta rinnovata e compatta. Ed infatti rosa e guida tecnica sono i reparti che hanno subito maggiormente cambiamenti.

A inizio anno c'era ancora il sergente Mihajlovic a dettar legge: un Milan impacciato e mai convincente, una rosa non adatta ai desideri del tecnico ma un'Europa che sembrava essere ritrovata. Con lui il sesto posto era, quasi, in cassaforte ma la sconfitta con la Juventus in campionato fu fatale all'allenatore serbo che fu cacciato per far posto all'esordiente Cristian Brocchi, uomo fortemente voluto da Berlusconi e già allenatore della Primavera rossonera.

Con lui però le cose non migliorarono, anzi, con uno score di 2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte obbligò il Milan al settimo posto e a rimanere per un altro anno fuori dall'Europa. Dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia, anche il tecnico italiano fece la stessa fine di quello serbo.

Un'estate piena di incertezze portò in dote Vincenzo Montella, tecnico voluto da entrambe le parti che ormai compongono l'anima del Milan, quella tradizionale e italiana di Silvio Berlusconi, e quella cinese della Sino Europe Sport. Con lui fu subito amore a prima vista, anche perché il tecnico campano è sempre stato sinonimo di grande spettacolo in campo.

Se lo spettacolo stenta però ancora ad arrivare, risultati e vittorie non hanno tardato: un Milan cinico e concreto è in piena lotta per la zona valevole la Champions League in campionato ed è riuscito a conquistare, dopo 5 anni di astinenza, un trofeo, la Supercoppa italiana a Doha contro la Juventus dei campioni Higuain e Dybala.

Merito di Vincenzo Montella ma anche di una rosa rinnovata, con un gruppo giovane, italiano e compatto, con uno spirito spensierato ma da veri combattenti. Tutto questo grazie a un mercato basato sulle ristrettezze economiche e ai desideri del Cavaliere che ha sempre sognato un Milan totalmente giovane e italiano: ridotto di molto il monte ingaggi e valorizzato grandemente il vivaio; da una parte se ne sono andati i cosiddetti “Bad Boys” come Mexes, Menez o Balotelli, dall'altra sono arrivati o tornati giocatori giovani, puliti e di sicuro avvenire, visto il loro talento: sono i cosiddetti “Good Guys” l'anima di questo Milan, Donnarumma, Suso e Locatelli.

Sperando che questi cambi e questa intuizione, insieme ai valori di questo gruppo, possano portare a una crescita collettiva e che i risultati di fine anno, con la vittoria in Supercoppa su tutti, possano rappresentare un punto di partenza e non di arrivo verso una nuova epoca di successi.

 

Valerio Paini

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