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5 cose che non sai di Gianluigi Donnarumma

Mariano Messinese

Su Donnarumma e sulla sua bravura sappiamo ormai tutto, ma della sua vita prima che si accendessero le luci a San Siro conosciamo poco. Scopriamola in cinque tappe

DONNARUMMA  

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Vincenzo Montella para le critiche dopo un inizio di 2017 deludente. Non è da solo. Perché fra i pali può contare su un valido alleato: Gianluigi Donnarumma, una delle poche certezze dei rossoneri, nonostante la giovanissima età. Su Gigio e sulla sua bravura sappiamo ormai tutto, ma della sua vita prima che si accendessero le luci a San Siro conosciamo poco. Scopriamola in cinque tappe.

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CUORE ROSSONERO

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Donnarumma è nato e cresciuto in provincia di Napoli, Castellammare di Stabia per la precisione. Eppure fin da piccolo ha sempre tifato per il Milan. A scuola si presentava con la tuta rossonera e sul diario aveva attaccato lo stemma del Milan. E' stato coerente con la sua fede calcistica anche quando ha dovuto scegliere dove giocare. L'Inter si presentò con un'ottima offerta, ma Gigio aveva altri progetti: il Milan. E così è stato.

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DNA DA PORTIERE

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Molti ragazzini finiscono tra i pali dopo aver provato altri ruoli. Gianluigi Buffon per esempio aveva iniziato a giocare in mediana, prima di infilarsi i guantoni. Donnarumma invece no, aveva già le idee chiare perché chiese e ottenne di giocare in porta. Buon sangue non mente: anche il fratello maggiore Antonio è un portiere, attualmente in forza all'Asteras Tripolis, nel campionato greco. Senza dimenticare che Castellammare è una miniera di numeri 1: Antonio Mirante e Gennaro Iezzo sono infatti stabiesi come Gianluigi e Antonio Donnarumma.

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IL DOCUMENTO

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Donnarumma, prima di essere ingaggiato dal Milan, militava nel Club Napoli Castellammare ed era già un gigante. A dieci anni superava quasi il 1,90: in pratica 30-40 cm in più dei suoi coetanei. I dirigenti avversari sospettavano un imbroglio. Spesso la mamma di Donnarumma era quindi costretta a tirare fuori il documento di identità che attestava l'età di suo figlio per mostrarlo all'arbitro. Solo così poteva iniziare la partita.

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LA PROFEZIA DI RAIOLA

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Non solo l'altezza. Gianluigi Donnarumma si distingueva in campo anche per la bravura. Tra i suoi estimatori c'era già Mino Raiola. Mancava solo una chiamata importante. Arrivò nell'estate del 2013. Dall'altro capo della cornetta c'era il Milan, il sogno di una vita. Qualche giorno dopo Gigio e la sua famiglia furono invitati a cena: al tavolo c'erano  Adriano Galliani, l’ad del Milan, il responsabile della scuola calcio Club Napoli e Mino Raiola. Il re dei procuratori provò a strappare qualche benefit per Gigio e famiglia. Galliani rispose di non tirare troppo la corda. Allora, Raiola profetizzò: "Va bene, adesso fai te, tanto tra qualche anno dovrai corrermi dietro per il suo contratto".

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IL RIGORE E LA PLAYSTATION

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Il 30 luglio 2015 il Milan di Mihajlovic sfida il Real Madrid in una amichevole di lusso in Cina. I regolamentari si concludono a reti inviolate. Servono i calci di rigore per decretare il vincitore simbolico. A difendere la porta del Milan c'è Donnarumma. Sul dischetto si presenta Toni Kroos, campione del mondo in carica con la nazionale tedesca. Gigio allunga tutto il suo 1,97 sulla sinistra e blocca la conclusione. Sembra un film, anzi una partita alla PlayStation dove crei il tuo alter-ego virtuale e lo metti a giocare contro CR7 e soci. Invece è la realtà. Donnarumma è un para-rigori. Tempo un mese e se ne accorgeranno anche Rafinha nell'International Champions Cup, Domenico Berardi e Francesco Acerbi al trofeo TIM. Il resto è storia recente con Andrea Belotti ipnotizzato all'ultimo minuto di Milan-Torino e Paulo Dybala nella finale di Supercoppa Italiana a Doha.

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