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7 assenti e non sentirli: il Milan si scopre ricco di risorse

Mati Fernandez e Kucka, Milan, acmilan.com
Senza Suso, Montolivo, Bonaventura, Bacca, Romagnoli, Abate e Sosa, Montella ha riempito il Milan di riserve, ottenendo comunque i 3 punti. Il mister scopre così una rosa molto ampia

Redazione

(di Giancarlo Mele)

Se a inizio stagione ci avessero detto che il Milan avrebbe giocato (e vinto) contro il Genoa una partita chiave per la qualificazione europea avendo in campo tre giocatori in prestito, un “parametro zero” ed un giovane di belle speranze avremmo sorriso. Se avessero aggiunto che, a completare il quadro, non sarebbero scesi in campo neanche il centrale difensivo ed il centravanti titolari non ci avremmo sicuramente creduto. Eppure questo Diavolo di Montella, che continua a stupire, ha vinto e convinto in una partita non facile, facendo a meno dei lungodegenti Montolivo e Bonaventura, degli infortunati Suso e Abate e degli squalificati Bacca, Romagnoli e Sosa, questi ultimi appiedati dal Giudice Sportivo dopo i fatti dello “Stadium”. Mancavano quindi l’intero tridente offensivo titolare ed i giocatori chiave di difesa e centrocampo.

Eppure questa squadra è riuscita ancora una volta a stupire, inserendo tra le “gemme” di questa stagione un’altra prestazione concreta e matura, dopo le trasferte di Torino e Bologna e le “imprese” interne contro Sassuolo e Fiorentina. E’ una squadra che si scopre ricca di risorse e con una panchina più lunga del previsto. Soprattutto è una squadra molto diversa da quelle invincibili del passato rossonero, consegnate agli annali del calcio perché surclassavano gli avversari e imponevano sempre il loro gioco. Quella di Montella è una formazione camaleontica, in grado di “cambiar pelle” a seconda dell’avversario, grintosa e determinata, con un forte senso di appartenenza.

Deulofeu, Ocampos e Mati sanno che a fine stagione potrebbero lasciare Milanello, eppure sabato hanno fatto la differenza. Lapadula è consapevole di esser chiuso in avanti da Bacca, ma ieri si è battuto come un leone smarcando Fernandez per il gol vittoria. Zapata e Vangioni, per motivi diversi, si sono trovati a lungo ai margini della prima squadra e persino in odor di “taglio”, sabato sono stati fondamentali. Un discorso a parte merita Locatelli. Vestire i panni del regista a San Siro quando giochi per il Milan non è facile per nessuno. Quando poi sei giovane, esci da un periodo difficile e scendi in campo senza adeguato riscaldamento (fra l’altro reduce da un’influenza debilitante) ti esponi anche al rischio di una figuraccia. E invece Manuel ha sfoderato una gran prestazione, sfiorando persino il gol dalla lunga distanza con una delle sue prodezze balistiche. Gli ultimi risultati rivalutano infine anche il mercato “povero”, cui la società è stata costretta in estate ed a gennaio ma che ha comunque portato al Milan elementi che stanno rendendo al massimo delle loro potenzialità

Il Milan di Montella ne ricorda un altro cui siamo legati da splendidi ricordi.  Quello allenato da Zaccheroni che, con un recupero straordinario, vinse nel ’99 uno scudetto inatteso all’ultima giornata. Anche allora c’era gran voglia di riscatto e disponibilità tra i giocatori, anche allora un portiere “monstre” (Abbiati) fu determinante. Ci sembra un paragone di buon auspicio per i ragazzi di Montella considerando che “quel” Milan preparò poi la strada al nuovo ciclo vincente di Carlo Ancellotti.

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