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Abbiati: “Donnarumma il dopo Buffon: può migliorare ancora tantissimo”

Daniele Triolo

Christian Abbiati, ex portiere del Milan, è intervenuto ai microfoni di 'Radio 24', nell'ambito della trasmissione 'Tutti Convocati': le sue dichiarazioni

Portiere del Milan tra il 1998 ed il 2016 (380 gare disputate, 375 reti subite), stagioni intervallate da prestiti a Juventus, Torino ed Atlético Madrid, Christian Abbiati ha lasciato , con la vittoria di tre Scudetti (1999, 2004 e 2011), una Coppa Italia (2003), due Supercoppe Italiane (2004 e 2011), una Champions League (2003) ed una Supercoppa Europea (2003). Oggi l'ex estremo difensore milanista è intervenuto ai microfoni di 'Radio 24', nell'ambito della trasmissione 'Tutti Convocati', e rilasciato le seguenti dichiarazioni:

Su Gianluigi Donnarumma: “Andiamoci calmi, ma ha tutto quanto per diventare il dopo Gianluigi Buffon. Ha i numeri, tutto. Ha 18 anni, può migliorare ancora tantissimo, ha il carattere giusto per fare il portiere, è calmo. Aveva 16 anni, con una squadra non delle migliori quando ha esordito, e la pressione di San Siro non è facile da gestire”.

Sulle possibili migliorie tecniche di Donnarumma: “E' veramente giovane, è uno che non si accontenta, che gli piace il suo lavoro, ha passione. Può migliorare ancora di più con i piedi, ma da quando lo conosco è già migliorato tanto anche lì. Oggi il ruolo del portiere è cambiato molto rispetto a quando ho iniziato io”.

Sul suo gesto d'affetto a Donnarumma nella sua ultima gara in carriera: “Il mio 'battesimo' di Donnarumma in Milan-Roma? L'ho messo a fuoco dopo, in tv: gli voglio bene, l'ho visto crescere, mi è venuto spontaneo farlo. Lui mi ha ringraziato per questo”.

Sul perché si è ritirato nell'estate 2016: “Mi sorprende la passione che ha Gianluigi Buffon, ha un anno meno di me, ne ha 39. E' vero che giocare in una squadra vincente ti aiuta. Io ho smesso perché era un anno difficile, in tutte le dicerie sul cambio di società ho deciso di smettere perché mi pesava un po' andare a Milanello. Non è facile ammetterlo e dire di aver perso la passione, ma bisogna essere consapevoli di tutto quanto e prendere in mano la situazione: ne ho approfittato. Avevo un altro anno di contratto ma ho preferito prendere un'altra strada, ed è stata la soluzione migliore, ho lasciato spazio a Donnarumma ed Alessandro Plizzari. Ho fatto a settembre la mia prima partita nelle Vecchie Glorie, e mi ha colpito l'agonismo, la sana voglia di vittoria, dei campioni di una volta”.

Sul futuro dei portieri della Nazionale: “Donnarumma, Plizzari, Meret: la scuola dei portieri italiani funziona”.

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