Il futuro di Gianluigi Donnarumma non sarà al Milan, salvo clamorosi colpi di scena. Il portiere, assistito da Mino Raiola, ha comunicato di non voler rinnovare il contratto con il club rossonero e adesso potrebbe partire subito o restare in rosa fino al prossimo giugno per poi andare via a parametro zero. Una decisione che ha deluso quasi tutti gli appassionati di calcio, che speravano che Gigio potesse diventare una Bandiera del Milan o che, comunque, restasse rossonero almeno un altro po'. Adesso Donnarumma è impegnato nell'Europeo Under 21 in Polonia e Marco Amelia, ex portiere milanista intervistato da "La Gazzetta dello Sport", ha commentato così.
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Amelia: “Dispiace per Donnarumma, ma il Milan va avanti”
Sul caso Donnarumma: "Non me la sento di crocifiggere un ragazzo così giovane. Quella tra il Milan e Gigio sembrava essere la classica storia fantastica da portare a esempio ai ragazzi che si avvicinano al professionismo. Invece è andata così... Lui e il suo agente hanno preso questa decisione, ci avranno riflettuto a lungo valutando vantaggi e svantaggi di un addio. Penso sappia che esperienza fantastica gli ha permesso di fare il Milan e quanta fiducia ha avuto in lui. Donnarumma è un ragazzo ambizioso che sa di poter avere una grandissima carriera davanti e adesso forse reputa il Milan un gradino sotto agli altri club".
Se lo ha deluso: "Resto un romantico del calcio. Mi sarebbe piaciuto vedere Gigio sempre al Milan e spero si possa ancora tornare indietro. Altrimenti il Milan non finisce certo con Donnarumma. È stato grande e tornerà grande".
Su Gigio riserva di Buffon: "Io l'ho vissuta bene. Se vuoi migliorare devi allenarti con chi è più forte di te. Buffon è sempre stato uno stimolo. Volevo andare come lui, ma ovviamente non era possibile. Però quest'ambizione ti migliorava. Anche quest'anno con Courtois è stato uguale. Anche a 35 anni ho voglia di raggiungere alti livelli".
Sui giovani portieri italiani e Plizzari: "Meret, Scuffet, Zaccagno, Plizzari, aggiungerei anche Perisan dell'Udinese. La scuola di portieri italiani è sempre stata la migliore. Lo dice la storia e l'ha scoperto anche Courtois quest'anno con un preparatore italiano. Meret lo volevo piccolissimo in Lega Pro, quando avevo la Lupa Castelli. È ben impostato tecnicamente e mentalmente. Scuffet l'ho scoperto dopo, a Como ha sofferto, ma ha ottimo potenziale tecnico. Zaccagno ha fatto un gran Mondiale. Plizzari è giovanissimo e già terzo al Milan..."
Se sono cambiati i tempi: "C'è stata un'oggettiva necessità di puntare sui giovani. Questa, abbinata ai preparatori italiani, ha portato a questa invasione di talenti".
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