Bacca o Lapadula? Montella sfoglia la margherita

Rapace d'area o "puntero" classico? Questo è l'eterno dilemma che il Milan di Vincenzo Montella si trascina da tutta la stagione e l'accostamento è fatto ad hoc: nel 4-3-3 rossonero, chi come centrale d'attacco si intregra maggiormente con il gioco dei rossoneri?

Carlos Bacca, opportunista e uomo d'area, oppure Gianluca Lapadula, attaccante di raccordo affamato di gol? Questa domanda gli addetti ai lavori non smetteranno di porsela almeno fino a fine stagione perchè la risposta non è univoca. Tra i due, le differenze sono molte: il colombiano è un attaccante di livello europeo, plurititolato, il quale ha nel sangue l'opportunismo in area di rigore ma, tra le sue caratteristiche, non spicca la capacità di dialogo e partecipazione con gli altri reparti nelle varie fasi di gioco, necessita che gli vengano serviti i palloni a ridosso dell'area; Gianluca Lapadula, invece, ha esordito a 27 anni in Serie A dopo una lunga scalata dalle serie inferiori alla massima serie, a suon di gol, sudore e volontà di sacrificio indiscutibili, nonchè con grandi capacità tattiche di raccordo e dialogo in campo con gli altri reparti.

Capite bene che stiamo parlando di due profili completamente diversi. Nelle gerarchie di Montella, il titolare è Bacca, con Lapadula sempre pronto a subentrare (tranne qualche apparizione da titolare). Nelle gerarchie dei tifosi, invece, la situazione si capovolge: con il colombiano l'amore non è mai sbocciato, con Lapadula il feeling è innato, soprattutto per l'enorme temperamento che quest'ultimo dimostra ogni minuto in campo.

Tatticamente possiamo riassumerla in questo modo: se i rossoneri riescono, grazie alla velocità e alle imprevidibilità delle ali, nonché agli inserimenti dei centrocampisti, ad arrivare in area, la cinicità di Bacca può essere valorizzata appieno. Di contro, affrontando avversari schierati dietro la linea della palla, o comunque con spazi molto stretti tra le linee e tra i reparti, è forse Lapadula la soluzione ottimizzante grazie alla sua capacità di cercare il pallone, liberando gli spazi per i compagni e attirando su di sè i marcatori, senza contare l'avanzamento del baricentro della squadra.

L'analisi e l'organizzazione tattica è, come abbiamo visto, fondamentale per azzeccare le scelte. Ma forse un'occasione in più a quel ragazzo torinese e al suo grande temperamento potrebbe regalare al Milan gioie e gol anche nei momenti più inaspettati.

Marco Baston

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