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Bellinazzo: “Milan? Ecco cosa succederà con il settlement agreement”

Marco Bellinazzo
Marco Bellinazzo, noto giornalista de "Il Sole 24 ore", ha parlato dell'attuale situazione del Milan e del ricorso della società al settlement agreement

Salvatore Cantone

Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 ore, ha spiegato al portale goal.com che cosa potrebbe succedere al Milan con il ricorso al settlement agreement, visto il rifiuto da parte dell'Uefa del voluntary agreement presentato da Marco Fassone lo scorso luglio a Nyon: "In un periodo tra i più delicati della sua storia recente, il Milan si avvia verso il settlement agreement sotto il costante monitoraggio della Uefa. A differenza del voluntary, negato da Nyon, quello del settlement è un meccanismo già consolidato per il quale esiste una “giurisprudenza”  dal 2014. Finora a sottoscrivere l’accordo transattivo sono stati 27 club. In 13 occasioni invece la Uefa ha comminato la sanzione più grave, vale a dire l’esclusione dalle Coppe. La maggior parte delle squadre sono state estromesse dalle competizioni europee per non aver onorato i debiti con alti club o con i calciatori o con il fisco nazionale, già prima che entrasse pienamente in vigore il fair play finanziario. Qualcuna, invece, proprio per non aver fatto fronte agli obblighi previsti dal settlement agreement (è accaduto al Galatasaray il 2 marzo 2016). Quest’ultimo strumento, a dire il vero, non era originariamente previsto nel regolamento del financial fair play, ma fu varato in fretta e furia quando bisognava trovare una via d’uscita per evitare il muro contro muro tra Nyon e gli sceicchi del Psg e del Manchester City che avevano allegramente violato i parametri economici e finanziari europei. A partire dalla primavera 2014, in quattro tornate di accordi, dunque, 27 società, soprattutto russe e turche, hanno siglato il patto con Nyon. Nel 2015 anche due club italiani, Roma e Inter, hanno “patteggiato” sanzioni con la Uefa. L'accordo firmato dall’Inter di Thohir prevede un periodo di monitoraggio che va dalla stagione 2015/16 alla stagione 2018/19, fino al raggiungimento del break even. L’Inter doveva chiudere il bilancio 2015/16 con un deficit massimo di 30 milioni e portare il bilancio in pareggio al 30 giugno 2017. Al club nerazzurro è stata poi irrogata una multa da 20 milioni (6 da versare per intero e 14 solo in caso di mancato rispetto dei patti). Oltre a ciò sono stati imposti limiti alla rosa, alle spese del calciomercato e all’aumento del monte ingaggi.

Sul futuro del Milan: " Il Milan la prossima primavera porterà in esame i bilanci 2015, 2016 e 2017 che mostrano un rosso complessivo di 250 milioni rispetto a un limite consentito sceso nel frattempo a 30 milioni. Quali sanzioni potranno allora aspettarsi ragionevolmente i rossoneri? Non si dovrebbe andare molto lontano da quelle applicate ai “cugini” interisti. Come ha sottolineato in una intervista alla Gazzetta dello Sport il professor Umberto Lago, già vicepresidente della Camera investigativa del Club Financial Control Body, l’organo che in questi mesi ha bocciato il dossier Milan di cui Lago è stato invece consulente, il set di sanzioni dovrebbe prevedere: una multa fra i 5 e i 10 milioni, più altri 15 condizionati al raggiungimento dei risultati, limiti al mercato, tetto agli stipendi e rosa ristretta in Europa. Difficile che la Uefa si spinga oltre. Tuttavia, Nyon non è tuttora convinta della solidità patrimoniale della proprietà cinese del Milan. Le due condizioni poste in sede di voluntary  (il rifinanziamento immediato del debito e il deposito di garanzie bancarie da oltre 150 milioni sulle perdite future) difficilmente potranno essere chieste in primavera, in quando assolutamente irrituali in sede di settlement. Non c’è dubbio tuttavia che se il Milan dovesse avere comunque già risolto la pratica trovando un finanziatore alternativo a Elliott Nyon apprezzerebbe molto e potrebbe perciò  imporre sanzioni meno pesanti al club".

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