Ieri Silvio Berlusconi, ex Presidente del Milan, è tornato a parlare della squadra rossonera per la prima volta dopo l'avvenuta cessione del club rossonero alla Rossoneri Sport Investment Luxembourg di Yonghong Li. E lo ha fatto , con il quale c'erano già stati dissidi nell'ultima parte del percorso comune in rossonero.
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Berlusconi-Montella, non c’eravamo mai amati
“Io sono sempre più un tifoso del Milan – ha detto Berlusconi presenziando ad un evento politico a Rho -, speriamo che cambi la formazione. Non negli uomini, ma nella tattica”, ha incalzato l'ex Premier il quale, sul ha preferito non esprimersi in alcun modo, sottolineando ancora una volta, però, i motivi che lo hanno portato a privarsi del Milan. “Sapete che da quando sono entrati i soldi del petrolio nel calcio una squadra che vuole essere ai livelli del Milan vuole risorse che non possono essere spese da una sola famiglia, ed infatti sono stato dolorosamente costretto a cedere”.
La replica di Montella, soprattutto alla prima parte delle dichiarazioni del suo ex datore di lavoro, non sono tardate ad arrivare. Il tecnico rossonero, infatti, ieri sera era a Crema, dove è stato premiato in occasione della presentazione del Trofeo Dossena, storico torneo giovanile lombardo per squadre Primavera. “Ho grandissimo rispetto per il Presidente, l'ho sempre ascoltato e la stima è intatta. – ha evidenziato l'allenatore -, lo conoscevo anche quando eravamo secondi, anche dopo la vittoria incredibile di Doha. Ora dobbiamo unire le forze, essere anche critici ma in maniera costruttiva. Io e la nuova proprietà , il sesto posto è l'obiettivo realistico: servono 7 punti”.
Quindi, che Berlusconi insista, seppur da lontano, nel voler vedere Suso dietro a due punte di ruolo, a Montella sembra non interessare poi più di tanto. In fin dei conti, è pagato per allenare i giocatori e schierare la formazione in campo nel weekend. “Delusione? C'è perché potevamo fare qualcosa in più nelle ultime partite – ha concluso il mister rossonero -, ho voglia di rivalsa e dovrò essere bravo a trasmetterla ai giocatori. Che pensa la società di me? Ho , poi nel calcio ci sta che qualcuno sia più bravo di te”.
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