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Berlusconi: parole d’amore, che però fanno male al Milan

Edoardo Lavezzari

Silvio Berlusconi torna a parlare di Milan, sconfortato dalla situazione, ma così facendo contribuisce ad alimentare le polemiche attorno alla squadra...

non è la prima volta in cui Silvio Berlusconi parla di Milan dopo averlo ceduto e con ogni probabilità non sarà nemmeno l'ultima. Difficile, del resto, pensare di non farlo più dopo ben 31 anni di presidenza e una sfilza di trofei messi in bacheca. L'ex numero uno rossonero, oltretutto, quando parla di calcio non è mai banale e soprattutto non ha peli sulla lingua, quindi merita di essere ascoltato con attenzione. Tuttavia non è possibile non chiedersi se certe dichiarazioni, rilasciate in un momento così delicato per i rossoneri, più che far bene alla squadra tanto amata (come ha ribadito più volte lo stesso Berlusconi, non ultima nell'intervista di oggi) non siano piuttosto un clamoroso autogol da parte di chi ama il Milan. Critiche così dure, nette, vanno inevitabilmente a indebolire la posizione di un allenatore appena arrivato e senza un curriculum prestigioso in panchina come Gattuso, ma anche il progetto di una dirigenza nuova e già nell'occhio del ciclone per le ben note vicende societarie.

Senza voler nemmeno entrare nel merito delle idee a livello tattico di Berlusconi. "Il Presidente più vincente della storia del calcio", come lui spesso ama definirsi, ha il pieno diritto di parlare della sua ex squadra, ma forse farebbe meglio a seguire la linea tenuta da Adriano Galliani, l'altro protagonista dell'irripetibile epopea berlusconiana in rossonero che, lasciata la carica di amministratore delegato, osserva il nuovo Milan in rigoroso silenzio, come un tifoso qualunque. Al Milan di questo periodo, probabilmente, più che dure sferzate servirebbero parole di incoraggiamento per uscire da una situazione che fa malissimo a tutti.

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