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Bertolacci, “falso diez” per soprendere la Juventus?

Andrea Bertolacci Milan
Dopo due partite da titolare, con brillanti vittorie contro Fiorentina e Chievo, Montella potrebbe concedere a Bertolacci una nuova titolarità: ecco perché.

Renato Boschetti

Non è facile, da romano, conquistare il cuore di una città e di una tifoseria come quella milanista e di Milano. Andrea Bertolacci, "romano de Roma", arrivava l'estate 2015 a Milano con alle spalle un'annata fenomenale, vissuta da protagonista con il Genoa assieme al suo amico Juraj Kucka, che ne aveva fatto letteralmente esplodere il valore del cartellino. Riscatto della comproprietà a 8,5 milioni da parte della Roma, per un valore del cartellino che quindi veniva fissato a 17: se poi, con un portafoglio dichiaratamente gonfio, ti presenti a Trigoria nella gioielleria italo-americana allora diretta da Walter Sabatini, normale che il prezzo del cartellino subisca un sovrapprezzo. 20 milioni, questo l'assegno con cui Adriano Galliani strappa il cartellino del romano alla Roma, un'etichetta che pesa come un macigno.

La stagione scorsa sembra partire con i migliori auspici, sempre titolare con Mihajlovic, superando i problemi di inizio stagione della squadra, fino ad arrivare al primo gol rossonero in casa della Lazio. Paradossalmente arriva il calvario: l'infortunio muscolare è più duro del previsto, e gli strascichi da novembre 2015 si protaggono fino alla prima di questa stagione: 5 minuti contro il Toro, il muscolo fa di nuovo crack. Non il miglior modo di "farsi perdonare" per una stagione storta non solo per sue colpe. La fine del 2016, però, segna la rinascita: torna titolare con la Roma, poi conferma con Atalanta e in Supercoppa a Doha. Ora, in un reparto copertissimo, Montella ha l'imbarazzo della scelta, e la continua rotazione lo dimostra.

Domani, però, Montella sembra intenzionato a confermare Andrea Bertolacci: dopo due partite da titolare, con brillanti vittorie contro Fiorentina e Chievo, Montella potrebbe concedergli una nuova titolarità. Le ultime due partite, infatti, per quanto non siano state magari perfette dal punto di vista della prestazione, ma Montella ha visto quello che voleva: da mezzala, Andrea si staccava spesso a supporto del trio offensivo, in particolar modo di Bacca che viene così sollevato dal lavoro spalle alla porta che tanto non gli piace e che spesso lo porta lontano dall'area di rigore. Non è un caso, infatti, che il colombiano, apparso in crescita fisico-atletica, sia sembrato maggiormente partecipe nel gioco rossonero.

Per caratteristiche tattiche, Bertolacci può garantire al Milan un alto tasso di imprevedibilità e molteplici soluzioni tattiche, soprattutto in fase di non possesso: Montella, infatti, se n'è accorto proprio contro la Juventus in occasione della Supercoppa. Bertolacci si è spesso disimpegnato bene, alzandosi a ridosso sulla linea degli attaccanti per andare a disturbare il primo costruttore di gioco avversario: potrebbe esser questo, quindi, il piano di Montella per disinnescare sul nascere il gioco juventino, sia che parta da Pjanic o da Marchisio.

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