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Domani sera si disputerà a San Siro e, tra i protagonisti sul rettangolo di gioco, ci sarà sicuramente il 31enne regista argentino del Milan, Lucas Biglia. Il numero 21 rossonero si è concesso, questa mattina, ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport', rilasciando delle dichiarazioni molto interessanti. Qui di seguito il pensiero di Biglia:
Sulla qualificazione 'last minute' dell'Argentina ai Mondiali di Russia: “Io, Messi, Dybala, Mascherano, Di Maria e Salvio ci siamo organizzati con un volo privato in modo da essere in Europa già mercoledì notte. Spero che l’adrenalina continui a restare in circolo, perché se per caso mi rilasso... Dopo essere rientrato in Italia sono rimasto quasi 24 ore senza riuscire a dormire per la tensione che avevo ancora in corpo”.
Sull'imminente derby della Madonnina: “Una partita è finita nel migliore dei modi, ora vediamo con l’Inter. Davanti non abbiamo solo un derby, ma una gara che ci può cambiare la stagione, che ci può far compiere il salto di qualità. Occorre dimostrare di essere all’altezza delle big del campionato, di puntare a cose importanti. E di tirare fuori il meglio che abbiamo. Per riuscirci, dobbiamo liberarci l’anima, lasciarci all’esterno la pressione. Se l’Argentina non poteva sbagliare, nemmeno il Milan può farlo. Non possiamo perdere altri punti”.
Su chi può essere il 'Messi del Milan': “Suso. Non voglio mettergli troppa pressione, ma deve iniziare a rendersi conto che se hai qualità superiori, come nel suo caso, occorre metterle a disposizione”.
Su Vincenzo Montella: “Critiche? Sono opinioni. Io dico che stiamo lavorando per arrivare a un buon gioco, stiamo maturando. E dico anche che Montella è una grande persona e un grande allenatore, non crederete mica che sia facile per un tecnico mettere insieme undici giocatori nuovi. Siamo tutti dalla stessa parte, siamo tutti con lui al 100%, vogliamo fare bene con un allenatore che ci porta un grande rispetto. Non sarebbe davvero bello cambiare ora”.
Su Leonardo Bonucci nominato capitano appena arrivato: “La premessa è che in questa squadra ci sono tanti capitani. In generale non credo esista una regola ferrea, lo possono fare i vecchi come i nuovi. Per quanto riguarda Bonucci, per tutto ciò che rappresenta direi che la fascia è stata data alla persona giusta. Tra l’altro ho vissuto una situazione simile alla Lazio, sulla mia pelle: si diceva che la fascia dovesse andare al giocatore più vecchio, in quel caso Miroslav Klose. Allora presi da parte i veterani dello spogliatoio e dissi chiaro, senza polemica: "Se questo rappresenta un problema, tolgo la fascia e la metto lì sul tavolo". Ma non successe, mi risposero che l’avrei fatto io. Comunque trovo che Bonucci stia ricevendo critiche ingiuste ed eccessive. Per fortuna ha il carattere per sopportare tutto questo”.
Sui suoi presunti, frequenti infortuni muscolari: “Sono un generoso di natura, quando mi sono infortunato ho sempre sfidato i dottori per rientrare prima. Sono sfide che mi piacciono e devo dire che finora ho sempre vinto. Poi non è colpa mia se succede come quella volta a San Siro, quando Felipe Melo mi diede un calcio sul collo e mi stirai un nervo. Un dolore pazzesco, rimasi fermo quasi 10 giorni con cure a base di cortisone e, per non dire quello che avevo davvero, dissero che avevo un problema ad un polpaccio. A volte non viene fuori la verità: poi però il problema al polpaccio lo ebbi davvero ...”.
Sul ritiro di Andrea Pirlo: “Già mi spiace vederlo andare a giocare negli USA, il ritiro, poi... Per me avrebbe potuto serenamente andare avanti non solo in un top club ma anche in Nazionale”.
Su Mauro Icardi: “Se abbiamo parlato del derby? Assolutamente no, c'erano altri obiettivi. L'ho visto bene, ha lavorato bene. Ovviamente lui è il pericolo numero uno, ma non è il solo”.
Su André Silva: “Per il modo che ha di lavorare e la mentalità, André può diventare un campione. Diciamo che le qualità per diventare come Marco (van Basten) potenzialmente le ha, speriamo ce la faccia”.
Sulla possibilità che ebbe di andare all'Inter: “Direi proprio che è andata bene com'è andata. Il Milan è un treno che passa una volta sola e le mie idee in proposito erano chiarissime. Sono felice della decisione presa”.
Sulle differenze tra i derby di Roma e Milano: “Diverso, senz’altro. Là inizia un po’ di tempo prima, qui si vive soprattutto il giorno della partita. A Roma quando si parla di derby sono dei pazzi (ride, ndr). Fioretto in caso di gol? Certo, lo stesso che ho fatto per la vittoria in Ecuador. Io sono molto religioso e devoto alla Virgen de Lujan, in Argentina. Me la farò a piedi da casa al santuario, sono circa 50 chilometri. Una volta è sicura, spero saranno due”.
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