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Kevin Prince Boateng, ex giocatore del Milan, con cui ha disputato 85 presenze, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole: "A livello affettivo, i miei tre anni al Milan valgono come dieci per tanti altri".
Come va ora in Germania?
«Tanti nuovi, ma Kovac ha creato un bel gruppo. Inizio buono, bel gioco ed entusiasmo. Ma la stagione è lunga, ci sarà tempo per parlare di Europa».
Ora il Borussia: una chance per andare a -3.
«Squadra forte e arrabbiata dopo il k.o. con il Lipsia e il pari di Nicosia. Ma zero paura: giocando come sappiamo, spinti dal nostro pubblico, potremmo metterli in difficoltà».
Un passo indietro: distanza dalla famiglia a parte, alle Canarie tutto andava al meglio.
«Andar via è stata la decisione più dura dopo l’addio al Milan. C’era tutto: gruppo giovane e ambiente meraviglioso».
Ancelotti via: sorpreso?
«Che shock... Mi dispiace, ma c’è sempre una prima volta. Ripartirà alla grande».
Magari dal Milan...
«Che sogno, non potrebbe esserci un tecnico migliore».
E Montella?
«In certi club, dove bisogna vincere, la panchina diventa “calda” non appena si firma. Anni fa cacciarono Allegri... Fa parte del gioco, per tutti noi».
Eppure nel derby i segnali positivi sono arrivati.
«Con l’Aek non è andata bene, ma con l’Inter ho visto un buon Milan. Purtroppo Icardi gioca dall’altra parte… Uno dei top al mondo, un killer».
Che ai rossoneri, forse, manca.
«Bonucci, Gigio e Suso sono gli unici in grado di fare la differenza. Ma vedo poca grinta».
Deluso da Bonucci?
«A Torino c’erano tanti campioni, a Milano è il leader e possono starci alcune difficoltà. Col tempo dimostrerà di essere ancora uno dei migliori, ne sono certo».
Mancano Berlusconi e Galliani?
«Hanno fatto la storia, Maldini, Kakà e altri l’hanno fatta in campo. Leggende, ma non ci sono più! Sosteniamo questa proprietà e questi ragazzi».
Soddisfatto del mercato estivo?
«Diciamo di sì, ma quanti nomi! E’ stato un problema. Si è parlato tanto di Aubameyang, uno dei migliori in Europa. Normale poi restare delusi».
Qualcuno non è da Milan?
«Questo lo dirà il tempo».
Giusto insistere sul 3-5-2?
«Non mi è mai piaciuto questo sistema: dai l’impressione di pensare più alla difesa».
Pensando al «suo» Milan: c'è qualcosa che non rifarebbe?
«Avrei potuto gestire meglio certi momenti, soprattutto al terzo anno: beniamino dei tifosi, il numero 10 e tanta pressione... Mi è mancata una persona fuori dal campo in grado di aiutarmi. Ma zero rimpianti: ho giocato partite importanti, ho vinto e realizzato un ultimo sogno quando sono tornato: sentire ancora una volta il boato di San Siro per un mio gol. E contro la Viola...».
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