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Bonaventura: “La concorrenza fa bene al gruppo. Conti? Il futuro è dalla sua parte”

Giacomo Bonaventura Milan
Lunga intervista per Giacomo Bonaventura, intervenuto ai microfoni di GQ Italia: il rossonero ha parlato dei tanti aspetti che la nuova stagione nasconde

Luca Fazzini

Giacomo Bonaventura, centrocampista del Milan, ha parlato in una lunga intervista a GQ Italia, iniziando dalla nuova stagione: “Sì, rispetto alla passata stagione il Milan è cambiato tanto, sono stati acquistati parecchi giocatori importanti e credo che il livello della squadra si sia notevolmente alzato”.

Sulla concorrenza: “Certo, quando il livello della rosa si alza c’è più concorrenza e questo penso che possa solo fare bene al gruppo. Quando si hanno tanti giocatori bravi si alza il livello degli allenamenti, il livello della difficoltà. Questo è fondamentale perché ti obbliga a fare sempre meglio”.

Sul modulo: “In effetti ho girato parecchio per il campo, però quest’anno, che si giochi con il 4-3-3 o con il 3-5-2, io devo fare la mezzala. In mezzo si gioca sempre in tre, il Mister è sempre lo stesso e ci chiede di fare più o meno le stesse cose in campo, quindi per me non c’è alcun problema”.

Sul nuovo compagno che l'ha stupito di più: “Conoscevo tutti i calciatori che ha preso il Milan, li conoscono un po’ tutti in realtà, quindi non mi ha stupito vederli all’opera. Quello che conoscevo meno è certamente Ricardo Rodríguez, non ho seguito tanto il campionato tedesco, mi sembra un giocatore pronto, già fatto, penso che farà molto bene”.

Il nuovo compagno con cui ha legato subito: “Non li ho ancora conosciuti a sufficienza per avere con loro un rapporto come quello che ho con i compagni più vecchi. Non ho problemi con nessuno, anzi, posso dire che c’è una bella atmosfera nello spogliatoio, ci troviamo bene, siamo un bel gruppo. Certo, il gruppo migliora con le vittorie perché aumentano l’entusiasmo…"

Su Conti: “Purtroppo gli infortuni sono cose che possono capitare, fanno parte del nostro mestiere. Si soffre parecchio, ho sofferto parecchio, ma è in questi momenti che bisogna tenere duro, non mollare. E’ più difficile non giocare. A Conti ho detto che è giovane, ha ancora tutto il futuro davanti, niente gli è precluso, dovrà stare lontano dai campi per qualche tempo, è vero, però son sicuro che rientrerà meglio di prima. Capita nella nostra carriera, purtroppo, dobbiamo essere bravi a non farlo capitare, ma a volte succede”.

Su cosa fa prima di una partita: “Faccio i miei esercizi di riscaldamento, da solo. Ascolto un po’ di musica per rilassarmi, concentrarmi e trovare il giusto equilibrio tra tensione e tranquillità, la giusta carica. Mi aiuto con la mia routine di esercizi, che mi fanno entrare in partita, e poi, appena si entra per il riscaldamento, si cerca di dare il massimo fino alla fine dell’incontro”.

Sui riti scaramantici: “No, davvero, ho solo in mente l’idea di spingere al massimo durante tutta la partita”.

Sulla nuova maglia del Milan: “Apprezzo molto la ricerca di adidas, il suo spirito innovativo, la voglia di essere sempre all’avanguardia, ma io mi trovo a mio agio nella tradizione. Mi trovo molto bene con lo stile di adidas, per lo sport, per il tempo libero e anche per quanto riguarda le scarpe. Mi ci ritrovo parecchio. Si cerca di innovare a tutti i costi, ma le cose che sono state fatte precedentemente hanno un grande valore, che non va perso. Credo sia giusto trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione”.

Su Beckham: “Era un grandissimo! Oltre a essere un maestro nel tirare i calci piazzati, era un grande calciatore e un lottatore, uno che in campo non si tirava mai indietro, non si risparmiava. Chi era a Milanello già all’epoca, ogni tanto, ci racconta di come fosse un grande lavoratore, molto umile, nonostante fosse davvero un grande fuoriclasse”.

Sui social: “Non li uso moltissimo. Li uso nelle ricorrenze o nei momenti particolari, non sono un assiduo frequentatore dei social network. Penso che il calciatore debba pensare al campo. E’ già difficile giocare ad alti livelli, non mi piace disperdere energie in cose futili o che non siano inerenti al calcio. C’è chi ci riesce, io no, io ho bisogno di restare concentrato”.

Sui tifosi: “Sì, mi ricordo ancora gli anni passati, quando prendevamo fischi ed eravamo in mezzo al campo a lavorare. Quando le cose non andavano bene e ci dovevamo mettere la faccia e io ci sono sempre stato a far fatica e a sputare sangue e credo che questo i tifosi l’abbiano apprezzato. Hanno visto che faccio sempre il mio lavoro, mi impegno, non faccio sceneggiate e ci metto sempre la faccia. Sono molto contento che questo sia stato apprezzato dai tifosi e sono molto felice del rapporto che ho costruito con loro”.

Sulla storia del Milan: “Quando si entra a Milanello, oppure a Casa Milan, si respira l’aria della storia europea del Milan, la senti. Era un peccato stare fuori dalle competizioni europee. Sono felice che ci siamo tornati e speriamo di arrivare presto anche in Champions League”.

Sull'Europa League: “Sarebbe un sogno vincere l’Europa League! Ci proveremo con tutte le nostre forze, ma ci sono squadre fortissime, non è facile”.

Sul DNA europeo del Milan: “Sinceramente, quando inizia la partita, siamo concentrati su quello che dobbiamo fare, sull’avversario, quindi campionato o coppa fa poca differenza. Dobbiamo dare il massimo senza farci troppo condizionare dalla competizione che stiamo giocando”.

Sul giocatore del Milan del passato che l'ha più sorpreso: “Il Milan è sempre stato talmente pieno di campioni, Palloni d’oro e grandi calciatori, che dirne uno è difficile. Ce n’erano tanti, insieme, che vincevano come squadra. Quando vince la squadra, il singolo risalta maggiormente ed entra nella storia. Spero di poter vincere anch’io con il Milan, tanto, così da poter essere ricordato come uno di quei giocatori che ha fatto la storia del Milan”.

Sulla Nazionale: “Ho dovuto saltare le ultime due convocazioni, ma la Nazionale per un calciatore è la cosa più bella che ci sia. Spero di fare bene con il Milan perché anche la convocazione in Nazionale passa dalla squadra intera e non solo dal singolo. L’emozione che hai in Nazionale è bellissima, non ci sono colori e bandiere, tutti tifano per l’Italia e questo lo percepisci. Conosco bene il 4-2-4 perché abbiamo giocato così in Liechtenstein e ho fatto l’esterno sinistro, come nel 4-4-2, cambia poco in realtà, lo avevo già fatto all’Atalanta. Mi trovo bene, ma serve che la squadra sia organizzata, così emergono le prestazioni dei singoli. Ventura è un tecnico molto preparato, capace di dare un’ottima organizzazione alla squadra e, quindi, credo che troverà la soluzione giusta, come ha sempre fatto”.

Sul Mondiale: “L’Italia ha le qualità per partecipare al Mondiale e per me ci arriverà. Certo, adesso siamo secondi e ci si deve mettere nell’ottica che dovremo fare lo spareggio. E’ difficile che la Spagna perda così tante partite. Ci sarà da lottare, sarà sicuramente difficile, giocare contro qualsiasi Nazionale è difficile al giorno d’oggi, ma credo che l’Italia abbia tutte le carte in regola per qualificarsi e per fare un ottimo Mondiale”.

Su qualche giovane dal futuro roseo: “Difficile dirlo. I giovani si scoprono poco alla volta. Si possono intravedere delle qualità, ma è molto difficile fare previsioni. Noi abbiamo molti giovani bravi, citerei Cutrone solo perché ha fatto un salto difficilissimo, come quello dalla Primavera alla Prima Squadra, con grande coraggio, dimostrando subito di saper tenere botta. Penso che possa fare bene in futuro”.

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