L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport ha intervistato Alberto Ferrarini, motivatore personale di Leonardo Bonucci, nuovo acquisto rossonero. "Il mio lavoro è risvegliare le anime. In ognuno di noi vive un talento, quasi sempre resta inesplorato. Era così per Leonardo, lo è per molti altri. Solo i folli e i sognatori a volte hanno l’opportunità di trovarlo attraverso la conoscenza».
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Bonucci, parla il motivatore: “E’ un guerriero, il Milan è perfetto”
Sull'incontro con Bonucci: "Ho visto quello che aveva dentro. Gli ho detto: “Ciao, soldato”. Ha risposto imbarazzato: “Mi chiamo Leonardo...”. E io: “No, tu sei un soldato”".
Sul Bonucci di oggi: "Che i veri guerrieri si migliorano quando le cose vanno bene. Leo ha un’occasione irripetibile per farlo. Deve pensare solo a questo, per quanto mi riguarda non ha ancora fatto nulla".
Sul numero 19: "Mi avvalgo di una conoscenza antica 5000 anni: numerologia e simbologia. E mi porta a comprendere che il 19 è il numero perfetto per la sua maglia. La usa dai tempi del Bari".
Sul motivo per cui Bonucci non è rimasto alla Juve: "Non c’erano più le condizioni. Si era rotto qualcosa e si sarebbe solo rovinata una storia splendida. La Juve ha dato moltissimo a Leo e viceversa".
Sul rapporto con Allegri: "Non sta a me giudicare quel rapporto. Il trasferimento al Milan è una opportunità irripetibile per Leo: ha ritrovato stima e calore che cercava e ha ancora più fame di vittorie. Bravo il procuratore Lucci a farlo capire ai diretti interessati".
Sul ko di Cardiff: "Ha influito? No, lui era carico per l’appuntamento. Concentrato al massimo, non tutti hanno questo approccio. Aggiungo quando perdi una finale ti porti dietro il fardello della sconfitta. Se non fai un lavoro specifico quel ricordo negativo ti condizionerà nel futuro».
Sul trasferimento al Milan: "Può dare tantissimo. Il nostro motto è “zero alibi”. Il cambiamento è un punto di forza quando non è un azzardo. Leo è un leader e il Milan è la squadra perfetta per lui: porterà nello spogliatoio positività e lo spirito guerriero, contagerà i compagni».
Su Montella: "Era un attaccante spietato. Da quello che ho letto ha spinto molto per far arrivare Leo, sa bene che insieme possono far tornare grande il Milan".
Su Zapata: "Lo seguo da pochi mesi. Prima del derby gli avevo chiesto la maglia in regalo: ero sicuro che avrebbe segnato. Stavo a San Siro, fa 2-2 e lo aspetto. Dopo un’ora mi chiama ridendo: “La maglia l’ha voluta il presidente Li”. Spero che Cristian resti: con Leo al fianco può migliorare".
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