Borini boom: ecco come è diventato prezioso per il Milan

Dopo quello sull'ivoriano , il secondo approfondimento di giornata de 'La Gazzetta dello Sport', per quanto concerne il Milan, è quello su Fabio Borini, classe 1991, che i rossoneri hanno prelevato in estate dagli inglesi del Sunderland in prestito oneroso (un milione di euro) con obbligo di riscatto fissato a 5 milioni di euro.

Da quando, infatti, Andrea Conti si è fermato per la lesione ai legamenti del ginocchio, il tecnico rossonero, Vincenzo Montella, anziché puntare sui sostituti di ruolo quali Ignazio Abate e Davide Calabria, ha scelto di dare fiducia, nel ruolo di esterno destro di centrocampo all'interno di un 3-5-2 piuttosto inedito, proprio a Borini. Nato attaccante, il numero 11 ha arretrato dunque il suo raggio d'azione e si è fatto apprezzare, da staff tecnico e compagni, per lo spirito di sacrificio, per il continuo movimento, la corsa e le buone discese sulla fascia.

In estate è stato, forse, l'acquisto meno reclamizzato: eppure, a conti fatti, . Borini, 26 anni, partì a 16 anni dal Bologna per andare a giocare nelle giovanili del Chelsea. Da lì, ha suddiviso la sua carriera tra (poca) Serie A italiana (Roma e Parma) e tanta Premier League inglese (Liverpool e Sunderland), ma sta trovando ora, in maglia rossonera, forse, la sua definitiva consacrazione. Ed in un ruolo dove, probabilmente, non avrebbe mai pensato di riciclarsi.

Sposato dall'estate 2015 con la modella irlandese Erin O'Neil, Borini è un accanito lettore che era stato in grado di conquistare Montella già all'epoca in cui quest'ultimo allenava la Fiorentina e di catturare, nel periodo della comune esperienza con i 'Black Cats' di Sunderland, l'attenzione del direttore sportivo Massimiliano Mirabelli. Finora, la sua scommessa di portare Borini al Milan sta pagando discreti dividendi.

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