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di Valerio Paini
Un Milan apparso ancora in difficoltà e sconfitto nonostante si sia visto qualche miglioramento rispetto alla deludente prova contro la Sampdoria. La sconfitta contro la Roma, che può starci visto il tasso tecnico degli avversari, lascia però i rossoneri con l'amaro in bocca per come è arrivata perché, fino al momento del fortunoso gol di Edin Dzeko, le squadre sembravano giocarsela ad armi pari. Il Milan comunque ha dato l'impressione di essere ancora un cantiere aperto nel quale gli equivoci tattici abbondano e anche chi dovrebbe essere valorizzato dal 3-5-2, vedasi i vari Bonucci e Biglia, ancora stentano a prendere il mano le redini del gruppo.
In una situazione per certi versi ancora fluida, a dimostrazione di ciò non è stato trovato ancora un 11 titolare affidabile, a non deludere ieri sera c'è stato Fabio Borini, tra i più generosi e in forma nelle fila rossonere. La prestazione dell'attaccante rossonero, per l'occasione spostato sulla fascia destra nell'insolito ruolo di quinto di centrocampo, sull'onda emotiva data dall'incontrare la sua ex squadra, è stata piuttosto positiva: attento nelle chiusure difensive contro l'esterno opposto e convincente in attacco mostrandosi come uno dei pochi a offrire soluzioni per i passaggi dei compagni e sempre pronto a dialogare soprattutto con André Silva. Ciò che maggiormente emerge però è lo spirito di sacrificio e la grande generosità nello svolgere il doppio ruolo e nell'adattarsi a una posizione in campo per lui inconsueta. E a fine partita è stato proprio lui ad andare ai microfoni dei giornalisti per commentare la partita: “Contro i giallorossi ci è mancato solo segnare, abbiamo dato tutto. Carattere e voglia di vincere, anche l’espulsione di Calhanoglu è arrivata perché lui non voleva far ripartire la Roma. Dobbiamo lavorare sulla voglia di vincere e la compattezza. Crederci sempre e avere voglia di vincere tutto, anche le partitelle a Milanello”, parole forti che dimostrano la grande fame di rivalsa e la voglia di onorare una maglia gloriosa, uno spirito necessario per far sì che si compia il salto di qualità ma che sembra ancora mancare a molti.
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