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Braida: “Kakà? Lo vedo bene da dirigente. Su Ancelotti…”

Ariedo Braida, ex DS del Milan, oggi al Barcellona
Ariedo Braida, ex direttore sportivo del Milan, ha rilasciato un'intervista a Sportmediaset in cui si è soffermato sul futuro di Ricardo Kakà

Salvatore Cantone

Ariedo Braida, ex direttore sportivo del Milan, ha rilasciato un'intervista a 4-4-2, trasmissione di SportMediaset, in cui ha parlato del possibile futuro da dirigente di Ricardo Kakà: "Sono orgoglioso e contento di averlo portarlo al Milan. Ho un rapporto speciale con lui, con suo padre, con la mamma e il fratello Digao che ha giocato anche lui in Italia. Nel 2003 non era ancora apprezzato e valorizzato per la sua classe. Mi ricordo che aveva avuto qualche problema in Brasile e così non costato tantissimo".

Sul valore dell'ex giocatore: "Sette milioni e mezzo erano una cifra normalissima, ci abbiamo visto lungo e abbiamo avuto ragione. Kakà è anche il giocatore che il Milan ha venduto al prezzo più alto. Nel 2009 è stato ceduto al Real Madrid per 67,2 milioni di euro. A gennaio di quell'anno avevamo un accordo con il Manchester City per 105 milioni, ma lui preferì restare".

Un particolare sul brasiliano: "A Cesena, era il 23 agosto 2003, amichevole contro il National Bucarest. Kakà debutta e gioca una grande secondo tempo. Ancelotti negli spogliatoi mi dice: "Domenica gioca titolare". Otto giorni dopo ci fu la partita di Ancona e Ricky giocò un'ottima partita dal primo minuto. Convinse l'allenatore in soli 45 minuti, le sue qualità erano sopra la media".

Sulla carriera di Kakà al Milan: "Ha fatto la storia, un giocatore grandissimo che è stato protagonista con le sue giocate e con i suoi gol. Il punto più alto è stato sicuramente a Manchester. Tutti ricordano il suo gol, ma non il risultato. Abbiamo perso quella partita, ma per fortuna abbiamo ribaltato il risultato nel ritorno e siamo volati ad Atene a vincere la Champions League".

Sul possibile ruolo da dirigente: "È un ragazzo intelligente e molto sensibile. Conosce il calcio e ha girato il mondo, sono sicuro che ha appreso tante cose e farà molto bene come manager. È un ruolo che gli si addice, non lo vedo in panchina".

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