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Brocchi a R24: “Milan scelta giusta, problema di mentalità, non tecnico”

Cristian Brocchi Milan
Ex compagno di squadra di Rino Gattuso ed ex allenatore del Milan, Cristian Brocchi è tornato a parlare del cambio in panchina deciso ieri dai rossoneri

Edoardo Lavezzari

Intervenuto in diretta a "Tutti Convocati" su Radio 24, l'ex allenatore del Milan ha parlato così del cambio di panchina deciso dal Milan: "In questo momento è stata la scelta giusta, la squadra aveva bisogno di cambiare da un punto di vista dell'approccio alla gara e della mentalità. Da un punto di vista del gioco stavano migliorando, ma mancava sempre qualcosa e Rino è bravo a trasmettere certe cose alla squadra, più che un discorso tecnico era un discorso emotivo".

I tanti cambi di allenatore: "Quest'anno è stata fatta una rivoluzione, sono stati comprati tanti giocatori, ma questo non sempre significa vincere, spesso a farlo sono le squadre che hanno programmato negli anni e hanno uno zoccolo duro molto solido. Il Milan sta vincendo meno di quanto si pensasse, è un lavoro lungo, la speranza è che si possa trovare una serenità che manca".

Il peso del passato glorioso del Milan: "Questa è la difficoltà nell'essere il Milan o una squadra di primo livello. In questo momento tutti ovviamente ricordano il nostro Milan, quello che andava a vincere in Europa e otteneva grandissimi risultati, ma quella squadra purtroppo non c'è più, come non ci sono quei giocatori che avevano fatto la storia. Bisogna ricreare da zero, ma servono programmazione e tempo, ma il tempo qui non c'è più".

Il suo arrivo e quello di Gattuso: "La mia è stata una situazione diversa, sono subentrato a sei giornate dalla fine e in una situazione difficile, il tempo per lavorare era veramente poco, non si possono paragonare le due cose".

Su Montella: "L'anno scorso ha fatto molto bene, quest'anno ha avuto grandi difficoltà, è stato anche sfortunato, sarebbe bastato un gol domenica per cambiare tutto e continuare ad affrontare queste partite".

L'addio al Milan: "Quando tu alleni in una squadra importante come il Milan hai grandi responsabilità e un grande peso addosso, per farlo devi essere sostenuto, avere supporto della società, se sei un'allenatore giovane devi avere una società forte che ti tutela, in quel momento io sapevo che per me non era così, ho preferito quindi liberare il Milan, una società che amo, non volevo continuare in un clima idilliaco per la squadra per cui tifo".

Ancora su Gattuso: "Sicuramente da un punto di vista mediatico è più forte, tutelato e rispettato di me, i tifosi hanno grande stima di lui per quello che ha fatto in campo, avrà più aiuto di me, poi saranno i risultati a fare la differenza, io spero veramente che anche un po' di fortuna possa arrivare anche per lui e che possa fare bene come allenatore, per il bene suo e quello del Milan".

L'esperienza in Cina: "E' una bella esperienza, una grande palestra, quando scendi in campo per allenare devi convincere i giocatori e farlo con giocatori che non capiscono la tua lingua è ancora più stimolante, farlo poi con Capello è la chiusura del mio percorso formativo, in questi mesi ho imparato veramente tanto da lui, è una fortuna che mi abbia scelto per quest'avventura, è un'onore, qualcosa che porterò dentro per sempre".

Su Capello: "Sa di calcio, ho visto da vicino il suo modo di pensare e devo essere sincero, mi ha stupito più di una volta con le sue considerazioni, ho visto davvero la differenza tra un allenatore normale e un grande allenatore. Se dovesse essere il CT sarebbe perfetto è un gran conoscitore del calcio, ma soprattutto dei giocatori, li sa valorizzare al meglio. Un altro ruolo, magari istituzionale? Ha le conoscenze per stare in qualsiasi ruolo. Ha grandissimo carisma, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, non scende a compromessi e davvero mi stupisce come sa valorizzare i giocatori e capirli, a volte fa scelte che sembrano strane, ma poi hanno risultati ottimi".

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