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Calhanoglu in ritardo. Ma il ruolo è quello giusto?

Daniele Triolo

Prestazione sottotono, contro il Cagliari, per Hakan Calhanoglu, fantasista turco del Milan: fa discutere, al momento, la sua posizione in campo
01:00 min

Lo scorso 3 luglio è stato ufficializzato dal Milan l'acquisto di Hakan Calhanoglu, classe 1994, fantasista turco prelevato per 20 milioni di euro più 2 di bonus dal Bayer Leverkusen. Il giocatore, talento cristallino e piede destro educatissimo, è stato accolto da una folla entusiasta di tifosi rossoneri presso la sede di 'Casa Milan': tra cori, incitamenti, selfie e sorrisi, 'Calha' è atteso ad una stagione da trascinatore assoluto sul terreno di gioco.

La sua prima estate milanista, però, è stata caratterizzata fin qui da un lampo (22 luglio, Shenzhen, bel gol al Bayern Monaco nell'International Champions Cup, con una rasoiata chirurgica di destro a superare il portiere bavarese nell'angolo basso alla sua destra) e tante, troppe ombre. La prima, piuttosto densa e consistente, è legata alla sua condizione atletica: non bisogna dimenticare come Calhanoglu, la passata stagione, abbia disputato soltanto 22 gare (con 7 reti all'attivo) tra Bundesliga, Coppa di Germania e Champions League per via di una squalifica di quattro mesi infertagli dal Tribunale Arbitrale dello Sport per via di un pre-contratto firmato con il Trabzonspor, nel 2011, quando giocava nel Karlsruhe, e mai rispettato.

Naturale, quindi, che il ragazzo, agile sì ma dalla mole piuttosto imponente (178 centimetri per 69 chilogrammi di peso) per un giocatore che, solitamente, ama inserirsi tra le linee, debba ritrovare al più presto la forma migliore. E, per far sì che ciò accada, bisognerà aspettare un po' di tempo. Con pazienza, calma si rivedrà il vero Calhanoglu il quale, intanto, per integrarsi al meglio nel gruppo rossonero, ha cominciato a studiare per bene la lingua italiana. La seconda perplessità in questo suo avvio di stagione, però, è relativa al ruolo per lui ritagliato nello scacchiere tattico rossonero dal tecnico Vincenzo Montella.

Calhanoglu, infatti, nelle sue sei stagioni in Germania (due al Karlsruhe, una all'Amburgo, tre al Bayer Leverkusen), ha sempre agito talvolta in posizione di trequartista nel 4-3-1-2, nel 4-2-3-1, talvolta da esterno nel 4-3-3. A volte, specialmente con la maglia dell'Amburgo, aveva giocato da 'falso nueve'. Mai, però, era stato impiegato a centrocampo, da mezzala o interno nel 4-3-3, posizione sulla quale, al contrario, Montella sta insistendo a collocarlo. In quella posizione, quando è 'fresco' e sorretto dal fiato, Calhanoglu è abile a creare, tirare fuori spunti vincenti, lanciare tanto il compagno che, sulla fascia, si è sganciato in proiezione offensiva dalle retrovie, quanto il centravanti, punto di riferimento dell'attacco, con palloni serviti con il contagiri. Fermo restando che, partendo da quella posizione, in fase di possesso palla Calhanoglu tende ad accentrarsi per tentare l'inserimento, fastidioso, tra le maglie della difesa avversaria di turno.

I problemi emergono, però, nel momento in cui il Milan è costretto a difendersi ed a ripiegare su sé stesso in maniera compatta. Calhanoglu, infatti, sembra non avere il passo per rincorrere gli avversari, assicurare la giusta copertura al regista di turno ed al versante sinistro della metà campo, specialmente nel momento in cui Ricardo Rodríguez, terzino di grande spinta, lascia parzialmente scoperta la sua zona in occasione delle improvvise ripartenze rivali. Contro il Cagliari, durante l'ultima gara di campionato, queste lacune si sono viste tutte. Sono valutazioni, queste, che Montella dovrà fare per trovare la giusta collocazione in campo per un talento che, in piena forma, potrà fare le fortune del nuovo Milan.

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