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Campopiano: “Il brand del Milan volerà in Cina perchè…”

Salvatore Cantone

Campopiano, giornalista che ha seguito passo dopo passo la cessione del Milan, ha parlato sul proprio sito dello sviluppo del brad rossonero in Cina

Si chiamerà molto probabilmente Ac Milan China (ma anche se il nome sarà un altro il senso è chiaro, e sarà il braccio operativo del nuovo Diavolo d’Oriente. Marco Fassone è sbarcato stamattina di buon’ora a Milano ed ha subito dato il via ai lavori rossoneri. Il neo amministratore delegato ha in agenda tutta una serie di punti chiave per lo sviluppo del piano industriale cinese. Già, perché a discapito di quanto si potesse immaginare, con un prestito ponte arrivato dagli americani di Elliott e una società proprietaria, la Rossoneri Lux, di matrice lussemburghese, il Milan che verrà sarà quasi del tutto cinese. La sensazione forte di un marchio tutto orientale si è già avuta nel battesimo ufficiale della nuova dirigenza, che al derby con l’Inter ha esultato in blocco al pareggio pazzesco di Zapata al 97′. Yonghong Li e Han Li, spalleggiati dal direttore generale di Haixia e membro del cda rossonero Lu Bo, hanno fatto subito sentire una certa presenza.

IL MILAN CHINA – Il Milan che sbarca in Cina è il punto focale del neopresidente rossonero Yonghong Li. L’uomo al quale nessuno credeva, ma che è riuscito a mettere in piedi un’operazione da un miliardo di dollari. Mister Li è rientrato in Cina e con lui il suo braccio destro Han Li Si è subito messo al lavoro. Da Shenzen le menti del Dragone daranno vita a tutta una serie di contatti commerciali per sviluppare il marchio del Milan in Oriente. In attesa che le restrizioni del Governo si allentino e che gli investimenti nel Milan siano più facili da realizzare, da quest’altra parte del mondo Marco Fassone dara’ vita ad AC Milan China, la società di marketing annunciata in conferenza stampa il 14 aprile. Sara’ il quarto ramo di Ac Milan al fianco di Real Estate, Entertainment e Fondazione Milan, e svilupperà il business in Oriente. AC Milan China avrà un management tutto cinese, con amministratore delegato e dirigenti del posto pronti a sviluppare partnership commerciali e diffusione del marchio. In attesa della quotazione in borsa che resta uno dei punti cardine del piano industriale.

fonte: pasqualecampopiano.com

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