Esattamente due giorni fa, la parola "Closing" era la seconda più ricercata sul noto social media, targato Mark Zuckerberg, Twitter. Sì, perché sono stati più di duecentomila i post che trattavano di tale argomento che, di certo, anche oggi, non è passato di moda. A caricare legna sul fuoco sono state anche le dichiarazioni pronunciate ieri dal Presidente Silvio Berlusconi, il quale ha affermato ai suoi soci più stretti che "o mi danno i soldi o mi tengo il Milan". Parole che certamente fanno titubare la stragrande maggioranza del tifo devoto ai colori rossoneri e non.
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Closing Milan, è game over?
Una storia che ormai va avanti da mesi, se non da quasi un anno. Come non ricordarsi della lunga ed estenuante trattativa con Mr.Bee, poi finita nel dimenticatoio? E di Jorge Mendes, ne vogliamo parlare? Ovviamente tutti i supporters del club di via Aldo Rossi si augurano che questa trattativa con Sino-Europe Sports vada in porto, ma come in ogni azione quotidiana, ci deve essere un problema. L'incognita "x", come si suol dire in matematica nelle varie scuole superiori ed università del globo, in questo caso, sono proprio i diretti interessati che dovrebbero acquistare il 99% delle azioni societarie. Qualcuno li conosce? Certo che no. Se solo si sapessero i possibili "affiliati"...
A breve, dunque, potrebbe uscire un comunicato ufficiale da parte della società rossonera, ma probabilmente sarà quello - come d'altronde siamo già abituati a leggere - che affermerà che la chiusura della trattativa sarà posticipata di circa trenta giorni con un'altra caparra da cento milioni di euro in una settimana versata dalla cordata cinese. E se dovesse saltare tutto? Beh, in quel caso si può parlare di un ennesimo "Game Over" e quel famoso Herbert Kilpin si rivolterebbe di sicuro nella sua gloriosa tomba. Perché? Perché il Milan non può permettersi di restare in queste condizioni: il Milan merita di più, i tifosi meritano di più, la storia di questo club non deve e non dovrà mai fermarsi. È una legge incancellabile. Ai posteri, quindi, l'ardua sentenza, diceva un milanese doc.
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