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Compleanno Tassotti, Il Milan ripercorre la sua storia rossonera

Salvatore Cantone

Oggi e il compleanno di Mauro Tassotti, e il Milan, attraverso il suo sito ufficiale, ha voluto ripercorrere la sua storia rossonera.
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Il primo compleanno rossonero Mauro Tassotti lo ha festeggiato nel 1981, l'ultimo nel 2016. Dopo i suoi 36 anni di Milan, il Tasso spegne in questa giornata una ad una 57 candeline nelle vesti di vice-allenatore della Nazionale ucraina di calcio. Oggi Tassotti affianca, sulla panchina che è stata di Valerij Lobanovskyj, un certo Andriy Shevchenko. Ma la capacità della bandiera rossonera di abbinarsi al meglio a figure carismatiche della storia del calcio e del Milan, è nota da tempo. E la rievochiamo nel giorno del suo compleanno. Tanti Auguri Tasso!

MAURO TASSOTTI E NILS LIEDHOLM

Il primo Tassotti rossonero si presenta a Milanello nel 1980: chioma larga, corsa elegante, ma piede ancora grezzo, duro, severo. E nervi spesso in libera uscita. Come confermano qualche incontro ravvicinato: gli scontri con Oriali in un derby e con l'attaccante Viganò, questa volta in un Milan-Cremonese di Serie B. E' nell'estate 1984 che cambia tutto. Dall'arrivo di Nils Liedholm sulla panchina rossonera in poi, il Tasso inizia quella maturazione verso quel profilo di campione bene impostato, dai piedi educati e sempre razionale che conosciamo e che è passato alla storia. Il Barone svedese gli assegna una maglia importante, la 6 (è solo nella stagione 1984-85 che Franco Baresi indossa la 2), lo allena a fondo sulla tecnica a lo rasserena da cima a fondo.

MAURO TASSOTTI E CARLO ANCELOTTI

"Chi? Braciola?". Rispondeva così Mauro Tassotti, quando gli riferivano qualche battuta o qualche episodio relativo a Carlo Ancelotti. Il soprannome glielo aveva affibbiato lo stesso Mauro, conoscendo la buona forchetta del suo compagno di squadra. Stiamo parlando dei tempi in cui giocavano entrambi. Rapporto al di sopra di ogni sospetto quello fra Tasso e Carletto. Uno ex laziale, l'altro ex romanista. Ma dal momento che ad Ancelotti il romanesco era rimasto dentro, l'emiliano di Reggiolo ha subito allacciato con il romano nato nel 1960. E il feeling fra compagni di squadra è rimasto solido negli anni, anzi si sarebbe successivamente consolidato quando l'Ancelotti allenatore volle Tassotti come suo secondo dopo l'incidente di Giorgio Ciaschini.

MAURO TASSOTTI E MARCO VAN BASTEN

Quanto avrebbe sognato Pierino Prati che la buonanima di Angelo Anquilletti scendesse leggiadro sulla fascia e gli confezionasse cross al bacio come faceva Tassotti con Van Basten... Per la verità Prati aveva comunque a disposizione Rivera e Hamrin e il buon Anguilla era bravissimo a fare altre cose in campo. L'asse fra il Cigno e il Tasso resta comunque uno dei simboli degli anni migliori del Milan di Berlusconi e Sacchi. Quando Mauro arrivava sulla destra palla al piede, in Van Basten si accendevano le stesse lucine rosse delle piste degli aeroporti di tutto il mondo prima di un atteraggio. E a Madrid come a Udine, contro il Malines come in altri casi, sui piedi o sulla testa di Marco spiovevano spesso cross deliziosi per gol belli e importanti.

MAURO TASSOTTI E MARCOS CAFU

Nell'immaginazione dei cantori del Milan, il Tasso aveva qualche legame di parentela con Nilton e Djalma Santos, aveva affinato i suoi piedi sulle spiagge di Ipanema e disponeva di punte di rendimento brasiliane. Solo elegia, solo fantasia. Ma quando è arrivato al Milan, nell'estate 2003, il brasilianissimo Marcos Cafu, il Tasso e Ancelotti si sono parlati. Il Pendolino giocava quasi solo all'attacco e fra Nesta e Maldini facevano a gara nell'urlare a Cafu di rientrare: a quel punto Tassotti si dedica ad allenamenti specifici con il nuovo, grande, esperto, disponibile giocatore rossonero. Nasce un Cafu più sostanzioso e più completo, di proposta e di contenimento, di slancio e di sbarramento. Il Cafu degli ultimi cinque anni della sua carriera, dal 2003 al 2008.

MAURO TASSOTTI E SILVIO BERLUSCONI

Ebbene sì, glielo ricordiamo anche nel giorno del suo compleanno. La dolce condanna del Tasso. Il suo naso. Silvio Berlusconi, il suo presidente, gli ha sempre voluto bene sia da giocatore che da allenatore. Gli è stato vicino in anni delicati per la sua famiglia, lo ha voluto insieme a Galliani all'interno degli staff tecnici rossoneri anche dopo Ancelotti, come patrimonio d'esperienza al servizio del Milan. Ma ad ogni incontro ufficlale, in ogni collegamento telefonico con Mauro presente in qualche studio televisivo, il presidente rossonero si è confermato esteta non solo raffinato ma anche implacabile: "Gli ho detto tante volte di rifarsi il naso...". Immancabile la risposta del Tasso: "Presidente ha ragione, ma io ci sono affezionato...". Applausi. E Auguri.

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