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ESCLUSIVA PM – Conti, buona la prima: alla scoperta della sua infanzia con chi l’ha conosciuto…

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Positivo l'esordio di Conti con il Milan: Pianetamilan.it ha fatto un viaggio nell'infanzia di Andrea, tramite le testimonianze di chi l'ha visto crescere

Luca Fazzini

Esordio decisamente positivo per Andrea Conti, che ha calcato ieri per la prima volta il manto di San Siro da giocatore del Milan. Prestazione da sottolineare, fatta di spinta costante sulla fascia. Una storia calcistica, quella di Conti, che parte da Bergamo, dal settore giovanile dell'Atalanta. Un vivaio che spesso si sposa perfettamente con il concetto di 'fucina di talenti', collocandosi da sempre tra migliori d'Italia. E' qui che è cresciuto Andrea, prima di maturare a Lanciano e Perugia e sbocciare definitivamente, la scorsa stagione, nuovamente a Bergamo.

La vita di Conti, però, inizia ancora più indietro, da Lecco, sempre più polo rossonero, avendo dato i natali anche a Manuel Locatelli. Proprio nella città del Manzoni, il 2 marzo 1994, viene alla luce Andrea, che inizia da subito a tirare calci al pallone in compagnia del fratello maggiore Luca. Dal rione di Bonacina, dove abitava la famiglia Conti, al paese di Valmadrera, a pochi chilometri dal capoluogo: è qui, nella Virtus Malgrate Valmadrera, che inizia a giocare Andrea. Prima la scuola calcio con i pulcini a 7 al Lecco, allenati da Michele Mastalli, che ricorda: "Inizialmente il gruppo era composto da ragazzi del '93, quindi lui non poteva giocare perchè doveva compiere 8 anni, ma scalpitava. Aveva sempre la palla in mano o tra i piedi, era determinato nella passione che aveva, ovvero il calcio. Ha sempre avuto grande corsa e grande tempismo, oltre che tempo negli inserimenti, caratteristiche che ora gli risultano utili. Anche oggi penso che continui ad avere carratteristiche più offensive che difensive. Sarebbe stato difficile immaginare di vederlo oggi in Nazionale e al Milan. E' sempre stato esuberante, non aveva mai paura di nessuno. Aveva grande fame e voglia di vincere".

Successivamente, la Virtus Valmadrera: mentre il Milan vinceva la Champions League a Manchester, Andrea prende contatto con il calcio sul campo di Rio Torto. Niente tribune, solo due porte e tanta sabbia. Per le partite, invece, un campo in erba, poco più sopra. "Era già un leader nei pulcini. Aveva grande corsa, giocava più in ruoli offensivi. Non ha mai fatto il difensore da piccolo. Aveva voglia di emergere e le potenzialità per farlo". Lo ricorda così Luca Quartiero, compagno di Andrea in quegli anni. "La Virtus spesso permetteva ai ragazzi di fare dei provini con l'Atalanta io ero andato insieme ad Andrea e ad altri della squadra. Hanno preso lui e dall'anno successivo è andato all'Atalanta. Conservo un bel ricordo, era un amico. Ci siamo persi di vista poi quando è andato a Bergamo, ma è normale. Andrea è sempre stato molto legato agli amici, spesso è in giro per Lecco con la stessa compagnia di sempre. Con me è sempre stato un amico sin da piccolo, era molto socievole e in campo aveva carisma e te lo trasmetteva. Gli ho scritto un messaggio di complimenti prima che iniziasse il campionato scorso e mi aveva risposto ringraziandomi".

Le partite della Virtus, intanto, non restano inosservate, tanto da attirare anche scout di Inter e Milan. Sono proprio i rossoneri a convocarlo per un provino, che Andrea passa in maniera impeccabile. Sulla via del ritorno da casa, però, il giovane calciatore è scettico: niente Milan, la sede d'allenamento (Linate) non convince Conti, disturbato dal continuo via-vai di aerei. Nemmeno il tempo di tornare, però, che alla porta di casa Conti bussa l'Atalanta. A cercarlo è Paolo Rota, osservatore che scoprì anche Locatelli. Il progetto orobico convince subito e da qui nasce la classe dei '94 che ha fatto le fortune di Gasperini nell'ultima stagione, con Caldara e Gagliardini. "Già da quando lo presi dal Valmadrera si vedeva che aveva qualità superiori agli altri. Era vivace, aveva grinta, ed era già molto intelligente calcisticamente. Adesso è emerso quel giocatore che speravo emergesse, è migliorato in tutto, ma rimane lucido nella lettura degli inserimenti. Non per niente in Serie A, l'anno scorso, ha fatto tutti quei gol (8, ndr). Ha sempre avuto una grande voglia di emergere, in ogni partita che giocava dava sempre il massimo e aveva voglia di imparare. In macchina, quando tornavamo da Bergamo, era un bel giocherellone".

In nerazzurro, tra i tanti compagni, ecco Luigi Djibo, che con Andrea ha condiviso lo spogliatoio dagli Allievi regionali (stagione 2008/2009) fino alla Primavera del 2012. "Cosa ricordo? Una brava persona, un ottimo giocatore. Le doti che ha fatto vedere nel campionato italiano le aveva fin dal settore giovanile. È sempre stata una persona socievole ed uno di quelli che rallegrava lo spogliatoio. Mi è sempre stato d'aiuto una volta arrivato a Bergamo anche perchè entrambi eravamo di Lecco". In maglia atalantina, Andrea continua a crescere, fino a sbocciare. In contemporanea, ecco la scuola, alla quale Andrea preferisce di gran lunga il campo da calcio. Alle medie, frequentate alla 'Don Ticozzi' di Via Mentana, a Lecco, il professor Claudio Santoro, docente di italiano, ricorda: "Era un ragazzo intelligente, tranquillo, ligio e puntuale nell'andare agli allenamenti. A scuola, tuttavia, non si impegnava molto. Insomma, si vedeva già da allora che puntava molto nel calcio e vi è riuscito: sono contento per lui. Era un ragazzo educato, la famiglia lo appoggiava molto nei suoi progetti". Durante le superiori, invece, le assenze iniziarono a diventare sempre più frequenti, anche a causa degli impegni con la Nazionale, tanto da obbligarlo a cambiare scuola. Il campo, però, continuava a sorridergli: nel 2013, ecco l'esperienza a Perugia, in Lega Pro, calcando così - per la prima volta - un palcoscenico da professionisti.

In Umbria gioca 16 partite in campionato, alle quali vanno aggiunte 5 presenze nelle coppe. L'anno dopo, il passaggio alla Virtus Lanciano, approdando così in Serie B. Ventiquattro le presenze stagionali ed una carriera che aumenta il suo livello sempre di più, finchè - nell'estate 2016 - l'Atalanta lo richiama a Bergamo. In nerazzurro, l'esplosione definitiva: sotto la cura Gasperini e grazie ad un'annata storica di tutta la squadra, coincisa con il ritorno in Europa dopo 26 anni. A Bergamo gioca 35 partite in stagione, condite da ben 8 gol. Lo scorso 7 luglio, l'ufficialità del passaggio al Milan, che ora si coccola quel talento proveniente dalla città del Manzoni...

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