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Conti: “Milan, sarà Champions. Ero juventino e mi voleva l’Inter”

Andrea Conti Milan
Andrea Conti, laterale rossonero attualmente ai box per infortunio, ha parlato della situazione del Milan ma anche del calcio italiano: le sue dichiarazioni

Daniele Triolo

Fermo dallo scorso mese di settembre per la rottura dei legamenti crociati del ginocchio, Andrea Conti, laterale destro del Milan, ha parlato ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport', spaziando dall'argomento Nazionale a quello sugli obiettivi, presenti e futuri, della squadra rossonera. Queste le dichiarazioni di Conti:

Sull'immediato post-infortunio: “I primi 15 giorni molto difficili. Mi chiedevano riposo, io passavo dal letto al divano, poi la notte non dormivo. Qual è stato il maggiore dolore? I primi tre minuti. C’è stato un passaggio in profondità, io ho provato a intercettarlo e ho avuto la sensazione che il ginocchio uscisse e rientrasse, molto veloce. Un dolore incredibile, poi mi è passato anche se per 15 giorni ho fatto colazione con l’antidolorifico per il male alla coscia. Mi hanno preso il tendine da lì, era come avere uno strappo”.

Sulla sua giornata tipo: “Vengo a Milanello al mattino: dalle 9.30 sono sul lettino. Poi alterniamo il lavoro con i pesi sulla forza al lavoro metabolico, con cyclette o vogatore. Ho imparato che il riposo conta tanto, quindi al pomeriggio metto il ghiaccio e basta. Rientro in campo? Mi hanno detto che tornerò a marzo ma dipende da come reagirà il ginocchio. Qualche giorno fa ho corricchiato, è stata una liberazione, anche se dopo 5’ non ce la facevo più. Con la palla ancora niente, giusto qualche palleggio”.

Su cosa ha scoperto di sé stesso: “Io ho sempre avuto la sensazione di essere un ragazzo forte, prima dell'operazione ho capito che è vero. Certo, mi manca il campo: a 23 anni capisci che giocare è la cosa più bella. Per il resto, sono sempre io. Testardo, tranquillo, spero umile, legato alle nipotine e alla famiglia. È una famiglia bianconera e anche io da piccolo ero juventino, non mi vergogno. Ora tifiamo tutti Milan, anche se ho un bassotto che si chiama Arturo per Vidal”.

Sull'Italia fuori dai Mondiali: “Io ero sicurissimo che ci saremmo qualificati. Sicuro sicuro sicuro. Si parla di frizioni tra squadra e allenatore ma io, per le poche volte che ho fatto parte del gruppo, non ho visto problemi. Erano tutti amici”.

Sul futuro del calcio italiano: “”Siamo forti, un'ottima squadra con ottimi giovani. Romagnoli, Rugani, Donnarumma, Caldara, Spinazzola, Gagliardini, Bernardeschi, Chiesa. Poi Belotti, Immobile e Verratti. C'è tanto per ripartire”.

Sull'utilità delle 'squadre B': “Non lo so, però so che i giovani devono giocare, fare esperienza sbagliando. Io sono andato in Lega Pro, ora mi chiedo: che senso ha passare dalla Primavera alla Serie A per fare panchina?”.

Su Luigi Di Biagio: “È stato forse il primo a credere in me. All'inizio all'Atalanta non giocavo, ma lui mi convocava. Anche dopo l'Europeo Under 21, cinque mesi fa, l'ho chiamato per ringraziarlo. Di Biagio traghettatore, buona idea? Con i giovani ci sa fare. Per me sarebbe perfetto, ma aspettiamo e vediamo che decide la Federazione”.

Sul suo passato nelle giovanili ed il provino fatto anni fa per il Milan: “Giocavo a Valmadrera, mi hanno contattato Inter, Milan e Atalanta. Ho fatto subito il provino con il Milan ma non mi piacevano l'ambiente, le persone. Mio papà ha scelto l'Atalanta ed è andata bene. Mi hanno seguito come uomo prima che calciatore, a Bergamo chiedono anche le pagelle, cercano i giocatori negli oratori”.

Sul passaggio al Milan la scorsa estate: “Ero appena arrivato al mare, stavo ritirando i bagagli e mi hanno chiamato: 'Devi tornare'. Qui ho trovato un grande club con grandissima organizzazione. Si è scritto della concorrenza di Napoli, Chelsea e Inter? Il mio agente mi ha detto qualcosa sul Napoli, con il Chelsea c'è stato qualcosa ma la vera alternativa era l'Inter. L'interesse del Milan è stato nettamente maggiore e ho deciso: mi piaceva l'idea del nuovo ciclo”.

Su come finirà la stagione attuale: “Il Milan verrà fuori, sicuro. Servirà tempo ma andremo in Champions League. Juve e Napoli sono davanti, l'Inter è molto preparata, poi ci sono Roma e Lazio. Ce la giochiamo con loro”.

Sull'Atalanta: “Magari non ripeterà il quarto posto, però farà un ottimo campionato. A Gasperini sarò grato a vita. Mai lavorato come con lui: dopo l'allenamento dovevo dormire un'ora... Domenica sera ci sarà Inter-Atalanta, fratelli contro: tifo per Caldara o per Gagliardini? Per Caldara, ovviamente”.

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