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Costretto, per infortuni e squalifiche, a fare a meno di ben 7 titolari nel match di sabato sera a San Siro, Vincenzo Montella ha fatto quadrato intorno al gruppo dei superstiti esaltandone lo spirito combattivo e la serietà.Tuttavia, con un Milan così inedito - e per giunta costretto a rinunciare per infortunio ad Andrea Bertolacci dopo appena un minuto di gara - di fronte ad un Genoa certamente non brillante ma tuttavia da non sottovalutare, il tecnico rossonero si è affidato all'estro ed alla corsa di Gerard Deulofeu, vero acquisto monstre del Milan nella sessione invernale del calciomercato. E l’asso spagnolo ripaga il tecnico con una prestazione a tutto campo: Gerard imposta ed inventa, corre allo spasimo sulla fascia, si sposta continuamente da destra a sinistra per non dare punti di riferimento agli avversari e, per non farsi mancare nulla, raddoppia ottimamente in difesa. Insomma una gara da vero leader per il fresco ventitreenne cui mancano solamente, per assurgere definitivamente a nuovo idolo dei tifosi rossoneri, rabbia agonistica e la capacità di mantenere la necessaria freddezza per crescere in fase realizzativa. Ambiti di miglioramento che Montella, nella conferenza stampa di sabato sera, mette in evidenza proprio al fine di maturare nel campione catalano la consapevolezza di poter diventare, acquisendola capacità di fare gol, uno dei migliori al mondo. Nonostante ciò, è impossibile non intravedere in Gerard Deulofeu le stimmate del campione completo ed è incredibile pensare come sino a due mesi fa lo spagnolo fosses emplice riserva nella modesta formazione inglese dell'Everton, cui è legato da un contratto valido sino a tutto giugno 2018, dopo alcuni anni passati a sentirsi dire di essere un predestinato. Sono innegabili i meriti di Montella, che lo ha cercato con insistenza dopo averlo ammirato qualche anno fa nelle nazionali giovanili spagnole, ma è indubbio che Gerard ci abbia messo molto del suo in questa esperienza. Pur privo della compagna, rimasta in Spagna e che a breve gli regalerà una figlia, Deulofeu non ha avuto difficoltà di ambientamento: la folta colonia di lingua spagnola presente al Milan e la maglia da titolare promessagli da Montella per convincerlo ad accettare i rossoneri lo hanno subito fatto sentire a suo agio a Milanello, dove spesso si ferma per essere pronto per gli allenamenti mattutini. Un grande esempio di professionalità oltre alla sensazione di felicità per essere entrato a far parte di un gruppo che, come ammette Montella, ha un’anima. Qualità che premiano Gerard, che brilla e primeggia sui compagni, in rapporto alle presenze sin qui maturate, nelle speciali classifiche dei tiri in porta e dei cross tanto da emergere come jolly utilizzabile su tutto il fronte offensivo. E Montella lo sa: lo ha fatto giostrare da “falso nueve” a Bologna, nei concitati minuti finali di un Milan rimasto drammaticamente in 9, con Geri autore di una incantevole prodezza che ha spalancato la via della rete all'incredulo Pasalic e, con minore fortuna, a Roma contro la Lazio. Complice il calo di forma e l’infortunio di Suso, il tecnico campano gli ha affidato le chiavi dell’attacco chiedendogli, e venendo accontentato, di portare profondità ed imprevedibilità allo spesso sterile attacco rossonero nella corsa all'Europa League.Grazie alle belle prestazioni ottenute con la maglia rossonera, Deulofeu ha riconquistato la nazionale spagnola: una bella iniezione di fiducia per l’attaccante spagnolo, con l’auspicio che l’entusiasmo per la convocazione con le Furie Rosse si tramuti in un solido legame con la maglia rossonera.
Enrico Maggioni
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