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Stefano Cuoghi, ex centrocampista del Milan, ha parlato ai microfoni di 'TMW Radio' facendo il punto della situazione in casa rossonera: “A Vincenzo Montella sono state date colpe, così come a Gennaro Gattuso: si può dire "poverino" all'uno e all'altro. Montella aveva fatto un ottimo lavoro, quest'anno le aspettative erano tante: ma se guardiamo il mercato, i giocatori di livello internazionale presi portano solo ai nomi di Leonardo Bonucci e Lucas Biglia. Piuttosto che spendere 230 milioni per 11 giocatori, li spendo per prenderne 3 o 4 di grandissimo livello. Avendo già giocatori di livello assoluto, come Gianluigi Donnarumma, Giacomo Bonaventura, Suso e Alessio Romagnoli, già avresti messo una base incredibile: ora ci sono giocatori di livello discreto che però, dal punto di vista internazionale, cos'hanno fatto? Ricardo Rodríguez, Hakan Çalhanoğlu non hanno fatto nulla di importante. Con Palloni d'Oro come Kakà il Milan vinceva, al di là delle difficoltà che ci sono ora nell'acquistarli”.
Cuoghi ha poi proseguito: “Una graduatoria delle responsabilità? Per me la società ha sbagliato perché ha illuso, dando giudizi super positivi per la campagna acquisti più che altro perché ha speso molto: si è basato il discorso sulla spesa e non su come sono stati spesi. Poi l'allenatore le colpe può avercele, perché è andato dietro questa idea della società: i giocatori hanno sempre colpe, ma in primis è la società ad essere responsabile. L'Inter con tre buoni giocatori, come Matias Vecino, Borja Valero e Milan Škriniar, e tanti giocatori rivalutati da un buon allenatore, sta facendo bene: con i tanti soldi spesi per André Silva e Nikola Kalinić, si poteva prendere un calciatore del livello di Mauro Icardi. Quello è stato l'errore”.
Infine, Cuoghi si è espresso sul ritiro del Milan e, più in generale, sull'efficacia dei ritiri per le squadre di calcio: "Per natura sono molto contrario ai ritiri, forse perché da giocatore ne ho fatti talmente tanti con Romeo Anconetani Presidente, che usava questo metodo.... Ne ho avuti anche tanti altri come il cavalier Tanzi, che nelle difficoltà non faceva queste cose ma cercava di risolvere parlando, senza cercare colpevoli. Sono contrario ma credo sia l'ultima cosa rimasta al Milan: l'annullamento della cena natalizia non c'entra nulla ma credo sia anche l'ultimo dei problemi. Per tutti i dipendenti è un momento di aggregazione importante, hanno scelto questa strada che non condivido assolutamente ma evidentemente pensano sia la medicina migliore. Non credo serva per parlarsi come ha detto Marco Fassone, sarebbe preoccupante se dopo 6 mesi i giocatori non si conoscessero ancora: evidentemente si cerca di scaricare su altri le colpe di qualcuno".
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