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Ha esordito in Serie A, a soli 16 anni, il 25 ottobre 2015: in quell'occasione, l'allora tecnico del Milan, Siniša Mihajlović, dimostrò un gran coraggio nel togliere di squadra il veterano portiere Diego López per sostituirlo con un ragazzino di belle speranze, Gianluigi Donnarumma. Da quel giorno, il numero 99 rossonero non è più uscito dai pali della porta rossonera, palesando tutte quelle doti da predestinato fenomeno del calcio mondiali che gli addetti ai lavori, da tempo, gli avevano riconosciuto.
In un anno e mezzo Donnarumma ha costruito una solida base affettiva con il tifo rossonero, che, in lui, ha rivisto la speranza di poter avere, anni dopo il ritiro di Franco Baresi, Paolo Maldini e dell'ultima, vecchia guardia, quella dei Massimo Ambrosini e dei Gennaro Gattuso, una bandiera da sventolare, fieramente per almeno i prossimi 20 anni. Invece, qualcosa nel rapporto tra il giovane Gigio ed i sostenitori del Milan si è guastato lo scorso 15 giugno, quando, in un'incursione a 'Casa Milan', il suo agente Mino Raiola ha comunicato a Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, rispettivamente amministratore delegato e direttore sportivo del club di Via Aldo Rossi, che il suo assistito non avrebbe rinnovato il contratto in scadenza il 30 giugno 2018.
In quel preciso istante, nella Milano rossonera, è calato il gelo. I tifosi del Milan, sui social, hanno rotto all'epoca con Donnarumma, che, in un attimo, da profeta in patria è divenuto il traditore supremo. Le contestazioni sono divenute vibranti, sfociando, qualche giorno dopo, durante una partita dei Campionati Europei Under 21, con il lancio di dollari falsi all'indirizzo del giovane portiere, visibilmente scosso durante tutta la spedizione degli azzurrini in Polonia. Quindi, al suo ritorno in Italia, hanno fatto seguito il lavoro certosino di Fassone e Mirabelli, la volontà della famiglia di vederlo ancora indossare la maglia rossonera e la voglia dello stesso ragazzo di non separarsi dai colori del Diavolo. L'11 luglio, a 'Casa Milan', è arrivata la tanto sospirata firma sul prolungamento del contratto, la cui nuova scadenza è fissata per il 30 giugno 2021, e per l'adeguamento dell'ingaggio, salito a quasi 6 milioni di euro l'anno. Più un bel quadriennale per il fratello Antonio, classe 1990, anch'egli portiere, da un milione netto a stagione.
La frattura è sembrata ricomporsi: Donnarumma ha iniziato la nuova stagione tra gli applausi del pubblico di San Siro ed una rinnovata fiducia, nell'uomo e nel calciatore, rimasta tale anche nonostante gli scarsi risultati ottenuti dalla squadra nella prima parte di questa annata. Quindi, ad inizio del mese di dicembre, con il mercato di gennaio alle porte, dai legali di Raiola sono partite delle mail di contestazione, all'indirizzo del Milan, nelle quali si è minacciata la richiesta di invalidare il rinnovo del contratto poiché firmato “sotto pressione psicologica”. La notizia, uscita sui giornali con enorme clamore ma, soprattutto e purtroppo, come se fosse partita per iniziativa del giocatore, ha fatto ripiombare il giovane Donnarumma nell'incubo.
Scontate le proteste sui social, particolarmente pesante la contestazione della Curva Sud in occasione della gara degli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Verona quando, oltre ad essere stato 'salutato' dai fischi, Donnarumma è stato fatto oggetto di uno striscione che recitava, più o meno, “Pazienza finita per te e per tuo fratello parassita”. L'eroe Donnarumma, divenuto un vero e proprio caso, non ha retto, scoppiando a piangere negli spogliatoi prima della partita contro l'Hellas, consolato dal capitano Leonardo Bonucci prima del match e supportato dal tecnico Gennaro Gattuso e da tutti i suoi compagni dopo la gara vinta per 3-0.
Nei giorni seguenti Gigio ha provato, su 'Instagram', a spiegare, velatamente, come lui, di questa situazione, non sia realmente l'artefice, ribadendo a tutti, dirigenza in testa, di voler restare in rossonero. Ora, sempre grazie al lavoro di Fassone, i rapporti si stanno rinsaldando un pochino e, certamente, nel gennaio del nuovo anno Donnarumma non saluterà la compagnia. Quello che succederà a giugno è tutto da vedere: quel che è certo è che, eroe o caso che sia, l'estremo difensore è un patrimonio del club, tecnico ed umano, e come tale va trattato e salvaguardato.
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