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Dalle stelle alle stalle: la parabola discendente di Zapata

Redazione

Zapata, eroe del derby torna 'umano' e stecca la partita contro l'Empoli: superficialità e svarioni difensivi, prestazione insufficiente

di Antonio Gatto

È bastata una settimana per far passare Christian Zapata dal giocatore più amato dai tifosi rossoneri a quello più criticato. Sembra lontana anni luce, infatti, l’esultanza dei supporters milanisti al gol del colombiano nel 2 a 2 finale contro l’Inter.

Eppure quel gol decisivo e fondamentale è roba soltanto di due gare fa quando Zapata, per un giorno, è diventato l’idolo dei tifosi facendo, per qualche attimo, dimenticare gli errori del passato e facendosi perdonare per i diversi svarioni difensivi che hanno accompagnato il numero 17 rossonero nella sua carriera al Milan. Quell’attimo di delirio del gol del pareggio è evaporato in men che non si dica e domenica scorsa quella magia sembra essere svanita nella testa di Zapata e negli occhi dei tifosi.

L'eroe del derby è tornato“umano” steccando la partita contro l'Empoli: su entrambi i gol dei toscani, infatti, decisive sono le disattenzioni del difensore milanista che, nonostante possa contare su qualità come velocità, forza fisica ed esperienza, a volte sembra isolarsi dal gioco come se fosse colpito da delle vere e proprie amnesie. Sbagliare è umano ma perseverare non va assolutamente bene. Ed i tifosi rossoneri si sono stancati di vedere sempre lo stesso copione, cioè quello di rimanere col fiato sospeso per paura che qualche superficialità del colombiano possa determinare l’esito di una partita.

Per il difensore rossonero, forse, c’è da impegnarsi maggiormente sotto l’aspetto della concentrazione e dell’autostima: ne va del suo bene e di quello del Milan.

 

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