Mercoledì 27 settembre, giorno del derby di Coppa Italia, come ricordato dall'edizione odierna de 'La Gazzetta dello Sport', Gennaro Gattuso ha compiuto un mese sulla panchina della Prima Squadra del Milan. E, per il momento, ha sottolineato la 'rosea', sembra aver domato il 'mostro', ovvero una squadra ereditata con evidente blocco psico-fisico dovuto ad una stagione iniziata tra mille proclami e proseguita tra tante sconfitte.
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Dall’incubo Vigorito al derby: Gattuso rilancia il Milan
Il primo mese è stato festeggiato con il successo più dolce possibile, quello nella stracittadina contro l'Inter, valsa ai rossoneri l'accesso alle semifinali di Coppa Italia. Prima vittoria stagionale, tra l'altro, contro una squadra che, per punti in classifica in campionato, è davanti al Milan. I miglioramenti di Leonardo Bonucci e compagni sono apparsi evidenti ma, come rimarcato a più riprese dallo stesso Gattuso nelle dichiarazioni del post-partita, guai a giudicare il 'malato' completamente fuori pericolo.
Anche perché Ringhio ha potuto toccare con mano, da molto vicino, le difficoltà di una squadra in grado di regalare al Benevento, allo stadio 'Ciro Vigorito', giorno del suo esordio, il primo e finora unico punto in Serie A, o di crollare senza appello allo stadio 'Bentegodi' di Verona. Passando per la figuraccia di Rijeka in Europa League, in una gara seppur inutile ai fini della qualificazione al turno successivo. Ma come è stato in grado, Gattuso, di risollevare una barca che è sembrata più volte sul punto di naufragare?
Gattuso, ha rivelato 'La Gazzetta dello Sport', è uno che dorme poco, si sveglia prestissimo e lavora molto. Ha idee chiare come allenatore ma, allo stesso tempo, sa essere ancora 'giocatore' quando vuole, intercettando quindi le esigenze dei suoi ragazzi con cui parla parecchio. Da quando c'è lui, dicono a Milanello, il dialogo è aumentato. D'altronde, il tecnico calabrese conosce l'ambiente come le sue tasche, e sta sfruttando questi punti di forza anche nella gestione del gruppo, che non ha visto stravolgere riti o abitudini ma inserire alcune regole ferree: in campo si va tutti insieme, idem in palestra, così come a pranzi e cene in programma.
Il cuore del suo lavoro? Lo spogliatoio. L'ufficio dell'allenatore e la club house vengono dopo. Poi, sono stati cambiati gli allenamenti: molto diversi rispetto al passato, basati sull'intensità e sul lavoro anche senza palla. Insomma, una rivoluzione morbida ma significativa. Con l'auspicio che dalla vittoria sull'Inter si possa soltanto migliorare.
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