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De Sciglio: “Futuro? Non ne abbiamo ancora parlato, sono sereno”

Salvatore Cantone

De Sciglio, terzino rossonero, ha parlato all'evento "I giovani, lo sport e Mattia De Sciglio", in cui il giocatore ha parlato della più stretta attualità

Mattia De Sciglio, difensore del Milan, ha parlato Nerviano all'evento "I giovani, lo sport e Mattia De Sciglio", legato a Fondazione Milan. Ecco le sue parole: "Abbiamo otto partite per la corsa all'Europa, fondamentale. E' il nostro obiettivo e dobbiamo riuscire a centrarlo"

Sulla fascia da capitano: "Sicuramente la fascia da capitano ha un grande peso, soprattutto con la maglia del Milan, ed una grande importanza, pensando ai giocatori che l'hanno già indossata. E' sicuramente un piacere poterla indossare in questo momento in cui mancano Montolivo e Abate, che sono capitano e vice, e sto cercando di onorarla al meglio in questo rush finale per noi importantissimo".

Sul Pescara: "Ci aspettavamo anche noi un Milan diverso, abbiamo analizzato la partita: probabilmente è stata più una questione mentale, penso io. Era sicuramente una partita dovevamo fare tre punti per non perdere terreno, abbiamo iniziato male e siamo andati in crescendo: ma è chiaro che contro queste squadre, quando la partita si mette in un certo modo è dura ribaltare il risultato".

Sulla settimana del closing e del derby: "Noi sinceramente non ci pensiamo più di tanto, stiamo pensando prima di tutto alla partita di domenica contro il Palermo perchè sarà difficile, soprattutto dopo il pari di Pescara dove per continuare la corsa all'Europa dobbiamo fare 3 punti. Una volta passata la partita di Palermo penseremo al derby, e quello che accadrà alla società vedremo...quelle sono cose societarie".

Sul suo futuro: "Sono serenissimo, sto pensando al calcio, a questa maglia e a onorare la fascia da capitano. Ho ancora un anno di contratto come altri compagni, le persone che lavorano per me mi han detto che c'è poco da dire: non ci si è ancora seduti e quando sarà il momento più opportuno, anche in base a quello che accadrà in società, si siederanno e ne parleranno con la società per valutare il da farsi. C'è poco da dire perchè non ci si è trovati a parlarne, ora sono serenissimo".

Sul calendario: "Le partite come il derby o come contro Roma e Atalanta, scontro diretto, si preparano da sole; partite come contro Empoli, Crotone e Palermo sono invece più difficili, ti devi preparare bene a livello mentale: il rischio è avere cali di prestazione".

Sui progessi avuti: "Credo siano stati fatti progressi rispetto alla scorsa stagione, anche nel girone d'andata contro le piccole siamo riusciti a fare buone prestazioni o tre punti. Rimangono poche partite per centrare l'obiettivo Europa e lottiamo contro squadre forti e che hanno lo stesso nostro obiettivo, dovremo avere più voglia di loro e sfruttare qualche passo falso".

Sull'obiettivo Europa: "Noi speravamo nella sconfitta dell'Inter, ma più che guardare loro guardiamo la classifica e cerchiamo di entrare in Europa, il nostro obiettivo. Dovremo fare il massimo, poi tireremo le somme".

Sugli inizi di carriera: ""Ho iniziato all'età di 9 anni nel Milan, son già passati 15 anni".

Sulla prima convocazione in prima squadra: "E' stata una delle emozioni più forti che abbia mai provato. Uno di quei momenti in cui senti il vuoto allo stomaco. Speri di poter entrare in campo, ti trovi in una realtà che avevi solo sognato".

Sul restare con i piedi per terra: "Tantissimo fa l'educazione dei genitori e i miei in quello sono stati più che bravi. Mi hanno insegnato i valori della vita, l'essere leale, il rispetto verso gli altri, il saper dare il giusto valore alle cose belle della vita. Ho imparato così a tenere i piedi per terra".

Sulla fascia da capitano del Milan: "Ha un'importanza grandissima per il peso della maglia e pensando ai giocatori che l'hanno indossata. È un onore e un privilegio indossarla e sicuramente farò di tutto per onorarla al meglio da qua alla fine della stagione".

Sulla Supercoppa: "È stato il primo trofeo dopo un po' di anni difficili, è stata sicuramente una gran bella soddisfazione. I miei idoli? Milan vinceva tantissimi trofei e il simbolo era Maldini e lo ammiravo moltissimo, guardandolo con un occhio particolare".

Sulla finale di Champions contro la Juve: "Ho visto la finale con la mia famiglia a casa di un loro amico che era juventino (ride, ndr)".

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