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La gara contro il Chievo ha restituito a Vincenzo Montella due elementi imprescindibili della retroguardia rossonera, vale a dire Mattia De Sciglio e Alessio Romagnoli.
Nella gara di sabato sera l’esterno milanese, bersagliato dagli infortuni tanto da essere schierato una sola volta nel girone di ritorno e per giunta a Udine, gara nella quale uno scriteriato intervento di De Paul gli ha causato una seria distorsione, ha giocato da esterno difensivo per la gioia del tecnico rossonero che può sfruttarne la poliedricità difensiva così come il centrale romano è rientrato in campo per occupare la posizione a lui congeniale, questa volta a fianco di Cristian Zapata, pronto come sempre a dare il via alla manovra rossonera.
De Sciglio e Romagnoli, spesso frenati da problemi di natura fisica e squalifiche, rappresentano il presente ed il futuro della retroguardia rossonera.
De Sciglio ha già dimostrato in queste stagioni di poter fungere, con buoni risultati, sia da esterno di destra (sua naturale fascia di appartenenza) sia da esterno sinistro e, per capacità tecniche e atletiche, può pensare di fungere nel futuro prossimo da centrale difensivo. La 18 presenze sin qui accumulate, di cui 16 da titolare e prevalentemente concentrate nel girone di andata, fanno di Mattia l’esterno di qualità che Montella predilige per accompagnare la fase offensiva, di supporto all’esterno di turno, con buone sovrapposizioni ed interessanti inserimenti.
Il punto interrogativo che riguarda De Sciglio non è legato pertanto alle indiscusse qualità tecniche bensì alla sua possibile permanenza al Milan: non è un mistero che l’esterno piaccia ad Allegri ed ai dirigenti juventini e di conseguenza, prigioniero di una situazione societaria rossonere alquanto precaria, De Sciglio potrebbe decidere di non rinnovare l’accordo in scadenza ed accettare la serrata corte bianconera.
Diverso è il discorso relativo ad Alessio Romagnoli, per il quale il Milan ha investito nell’estate 2015 ben 25 milioni di euro facendo del difensore romano uno degli acquisti più costosi di sempre dell’epoca berlusconiana.
Romagnoli, sempre schierato da titolare nelle 21 partite sin qui giocate, è difensore dalle ottime qualità tecniche e atletiche e pedina fondamentale per l’avvio dell’azione offensiva rossonera; inoltre, come accaduto sabato sera con il Chievo, la sua stazza diventa utile nell’area offensiva tant’è che il suo colpo di testa ha consentito a Carlos Bacca il tap-in vincente.
L’assenza contemporanea di De Sciglio e Romagnoli nelle gare del girone di ritorno contro Napoli, Lazio, Fiorentina e Sassuolo ha costretto Montella a reinventare il pacchetto arretrato e privato il Milan di due pedine fondamentali in scontri diretti per la volata all’Europa League.
Sebbene Montella abbia più volte dimostrato la grande capacità di sopperire ad assenze importanti come quelle di Montolivo e Bonaventura, ricorrendo a soluzioni tattiche originali o valorizzando giovani potenziali campioni, difficilmente il Milan può prescindere dai due giovani difensori che per personalità ed attaccamento alla maglia, come spesso emerge dai loro profili social, sono in grado di assorbire le pressioni di un ambiente che è per blasone votato alla vittoria.
I minuti accumulati da De Sciglio e Romagnoli contro il Chievo fanno senz’altro da buon viatico al prossimo scontro, l’ennesimo di questa stagione, contro la Juventus allo Stadium: contro i bianconeri vicinissimi al sesto scudetto consecutivo, e sempre più vincenti tra le mura amiche, una solida retroguardia basata sulle qualità di Donnarumma, De Sciglio e Romagnoli è fondamentale per conseguire i punti necessari per coltivare il sogno europeo del Milan.
Enrico Maggioni
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