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Donnarumma, il parere dello psichiatra Mencacci

Gianluigi Donnarumma Milan
Mencacci, direttore del Dipartimento Neuroscienze del Fatebenefratelli-Sacco, ha commentato la vicenda Donnarumma: "I soldi tema tabù. Famiglia importante".

Stefano Bressi

Non è appassionato di calcio, ma in questo caso conta poco. Ciò che conta è come può reagire, cosa può pensare, cosa può provare un diciottenne come Gianluigi Donnarumma sottoposto a così tanta pressione. Servirà capire anche che ruolo possano avere le persone che gli stanno intorno. La Gazzetta dello Sport ha chiesto il parere di Claudio Mencacci, psichiatra di fama internazionale, direttore del Dipartimento Neuroscienze del Fatebenefratelli - Sacco. Ecco le sue parole sul portiere del Milan.

Se ha seguito la vicenda Donnarumma: "Sì, il caso è arrivato addirittura a me. Donnarumma a 18 anni è un giovane con determinazione, costanza, impegno. Per la famiglia è e sarà fonte di ricchezza, particolare che ribalta le classiche prospettive, ribalta la scala dei valori. Il suo peso nelle decisioni aumenta rispetto a un 18enne normale. I tifosi e il Milan si sentono traditi perché vedevano Donnarumma come una loro creazione forse. Come se avendolo creato volessero fosse come dicono loro".

Come può influire la famiglia: "Non so che rapporto abbia con la famiglia, ma di sicuro insieme hanno scelto l'agente. Anche questo è significativo se, come sento, è un agente che storicamente massimizza i profitti. Il denaro è il classico argomento che nelle famiglie non viene mai trattato. Attenzione, ricerche dimostrato che sopra gli 80 mila euro all'anno non c'è aumento di felicità o diminuzione di ansia".

Su Montella: "Può essere decisivo, ma dipenda da che tipo di pericolo è stato mostrato alla famiglia negli ultimi giorni. Di sicuro sa che non può esporre il proprio figlio al rischio di essere bruciato. Diciamo che può esserci un'aumentata valutazione del rapporto tra benefici e rischi".

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