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Espulsioni, malumori e liti: riecco il nervosismo. Milan, che succede?

Manuel Locatelli Milan
Milan in un pessimo momento: gioca bene ma non raccoglie risultati ed il gruppo ne risente. Passiamo in rassegna cosa non va in casa rossonera

Daniele Triolo

MILAN, CHE SUCCEDE?

Tre sconfitte di fila in Serie A (Napoli, Udinese, Sampdoria) che hanno portato il Milan a -10 dalla zona Champions League e, attualmente, ai margini anche di quella per la qualificazione in Europa League. Nel mezzo, l'eliminazione ai quarti di finale di Coppa Italia per mano della Juventus. I rossoneri di Vincenzo Montella vivono il momento più buio della stagione: una crisi, di risultati più che di gioco, che ha portato il Milan sull'orlo del totale blackout. In casa rossonera è difatti tornato il nervosismo, sono riesplosi i malumori, sono tornate a vedersi in campo le liti che, sotto la gestione Montella, sembravano dimenticate. Causa per causa, passiamo in rassegna lo stato di crisi del Milan.

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ESPULSIONI

Sono ben 7 le espulsioni stagionali collezionate dal Milan: una, per doppio giallo, di Alessio Romagnoli (Torino-Milan 2-2); due per Gabriel Paletta (Milan-Torino 3-2, per doppia ammonizione, e Genoa-Milan 3-0, espulsione diretta), una a testa per Juraj Kucka e M'baye Niang, entrambe arrivate nella sconfitta per 4-2 al 'San Paolo' di Napoli. Infine, dopo quella incassata da Manuel Locatelli in Coppa Italia contro la Juventus, quella rimediata, domenica scorsa contro la Sampdoria a San Siro, dall'argentino José Sosa. Curiosamente, quelle di Romagnoli, Locatelli e Sosa sono arrivate a distanza di mesi dalle prime 4 e, questo non può essere un caso, i cartellini rossi sono tornati a fioccare nel momento in cui si è alzata la tensione a Milanello e dintorni per i punti che non arrivano.

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MALUMORI

Le 'Balotellate', o i colpi di testa di Philippe Mexés o Jérémy Ménez sembravano ormai un lontano ricordo. Con Montella, il Milan è tornato ad essere un gruppo unito, compatto, di amici: di calciatori che, oltre ad aiutarsi sul campo, si sono sempre dimostrati molto coesi fuori. Un ambiente ideale, insomma, per costruirci su una grande stagione sportiva. Eppure, nel momento più difficile dell'annata, ecco spuntare fuori malumori strani: ad esempio, il 'problema-dieta'. “Quando a Doha eravamo belli, biondi con gli occhi azzurri mangiavamo alla stessa maniera”, ha dichiarato di recente Adriano Galliani. Eppure, ora che le cose vanno male, sembra che qualche “gola profonda” nello spogliatoio abbia deciso di far sapere a tutti come, a Milanello, l'alimentazione imposta dal tecnico non vada poi così bene alla squadra.

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LITI

M'baye Niang, in gol alla sua prima partita interna al Watford, ha pagato con la cessione a metà stagione un rapporto con Montella iniziato tra mille proclami e terminato nel peggior modo possibile. Con un atteggiamento in campo svogliato del francese e le continue discussioni sulla posizione da ricoprire, il ruolo da svolgere, le panchine da digerire. E che dire di Carlos Bacca? Siamo passati dalla tripletta contro il Torino, ad i gol decisivi, da tre punti, spesso giunti al primo tiro in porta, ad un giocatore imborghesito, appesantito, incapace di correggere in rete, in tap-in, una palla che chiedeva soltanto di essere calciata verso la rete. Siamo passati, inoltre, dagli abbracci di inizio campionato tra Bacca e Montella all'ira dell'ex Siviglia nel momento dell'ennesima, giusta sostituzione commentata da un “ma perché togli sempre me?” smentito, con scarso successo, dai protagonisti. E poco importa se verrà celebrata la pace in una cena 'di facciata'. Quel che importa, per il Milan, sarà mettere da parte tutti blocchi psicologici e ricominciare, tutti, ad andare davvero d'amore e d'accordo. Per non rischiare di gettare a mare un'altra stagione.

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