Ieri sera, allo stadio 'Giuseppe Meazza' in San Siro, il Milan di Vincenzo Montella al termine di un match dal finale surreale: in vantaggio dopo appena 14' del primo tempo grazie ad un grande giocata, ed al destro fulminante sul secondo palo, del centravanti portoghese , i rossoneri, mai impensieriti dalla squadra di , hanno trovato persino il raddoppio in apertura di ripresa, quando Mateo Musacchio è stato il più lesto di tutti, sugli sviluppi di un calcio d'angolo, a trovare la deviazione vincente sotto porta.
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Il Milan ha quindi badato a gestire l'incontro senza troppi patemi, facendo circolare (lentamente) il pallone e tenendo i ritmi del gioco (piuttosto stantío) molto bassi, nel tentativo di far correre a vuoto l'avversario, lavorarlo ai fianchi e, in caso di necessità, colpirlo in contropiede. Negli ultimi 10', poi, i rossoneri sono ripiombati in un incubo incredibile, facendosi rimontare due gol in brevissimo tempo. Dapprima è stato l'ex Latina e Crotone, Boadu Maxwell Acosty, subentrato a gara in corso, ad irridere Leonardo Bonucci (ancora una volta deludente), superandolo in velocità dopo l'errato disimpegno dell'ex juventino e battendo in campo aperto Gianluigi Donnarumma con un pizzico di fortuna sul rimpallo. Poi, è stata la volta di Alessio Romagnoli, svagato e disattento, il quale ha combinato una frittata che poteva stare carissima atterrando in area di rigore Matic Črnic e consentendo all'ex laziale Josip Elez di centrare un insperato pareggio dagli undici metri.
Nei minuti di recupero, sotto shock e ferito nell'orgoglio, il Milan ha gettato il cuore oltre l'ostacolo, provando, finalmente, a dare un'accelerata alla partita. Bravi e fortunati, i rossoneri, a trovare il gol del successo, arrivato grazie ad un sontuoso assist del positivo Fabio Borini (schierato nel ruolo di esterno sinistro di centrocampo), sul quale si è lanciato sul filo del fuorigioco (forse appena al di là della linea) il predestinato Patrick Cutrone: zampata del bomber con il numero 63 e Simon Sluga superato. Boato di San Siro, l'esplosione di gioia di Marco Storari e di tutti i componenti della panchina rossonera resteranno impressi nella memoria dei tifosi, ma soprattutto in quella del tecnico Montella, che, probabilmente, ha salvato il suo posto di lavoro proprio grazie all'attaccante sul quale, sin da questa estate, ha deciso di puntare anziché mandare via in prestito.
Il Milan ha vinto ma ha tutt'altro che convinto. Di buono, dalla gara di San Siro, i tre punti (che consentono ai rossoneri di comandare in solitaria il girone di coppa) e gli attributi dimostrati nei minuti di recupero. Ma soltanto quello: il Diavolo è malato, è palese, e spetta a Montella trovare al più presto una cura efficace. L'ombra di Carlo Ancelotti, , si staglia, infatti, minacciosa sulla sagoma dell'allenatore campano, il quale dovrà spiegare alla dirigenza le motivazioni dei continui blackout che costano quasi sempre cari al Milan. L'Aeroplanino, per giunta, dovrà anche fare in fretta: domenica a San Siro c'è la Roma ed è vietato sbagliare.
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