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Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, ha fornito la sua versione dei fatti sulla vicenda del , dopo le parole del suo agente Mino Raiola, anche ai microfoni del 'Corriere della Sera'. Il manager torinese ha spiegato, in merito le presunte minacce di morte ricevute dal giocatore: “Siamo addolorati per gli estremi che questo calci o genera. Ci amareggia se la scelta sua, o del suo procuratore, ha provocato reazioni simili. Come società non so cosa potessimo fare di più per trasferire a Donnarumma ed alla sua famiglia il desiderio ed il piacere che lui restasse”.
Motivo per cui Fassone ha evidenziato che, qualora ci ripensasse, “il Milan sarebbe pronto a riaccoglierlo a braccia aperte. Dal Milan società, ma alla fine credo anche dai tifosi del Milan. Gli umori cambiano velocemente. Tribuna? Nessuna minaccia: la nostra posizione è chiara, Donnarumma per la proprietà è incedibile, perciò farà la prossima stagione al Milan. Deciderà l'allenatore Vincenzo Montella settimana dopo settimana, per me può anche giocare tutte le partite. Noi, però, non possiamo rischiare niente, dobbiamo per forza cercare un altro portiere. Non posso tenere un giocatore in scadenza, che magari pensa al Real Madrid, in un ruolo così delicato poi: devo assicurarmi di avere un portiere pronto, sereno, in ottime condizioni psicofisiche”.
A San Siro, per esempio, Donnarumma non avrebbe poi tutta questa serenità. Fassone, poi, ha voluto rimarcare come non contesti la legittimità delle scelte di Raiola di non fare rinnovare il contratto al proprio assistito, ma ha anche sottolineato l'importanza dell'etica, anche nelle transazioni di mercato. “La nostra amarezza deriva dalla sgradevolezza con cui è stata condotta la cosa. Si poteva fare senza danneggiare la società: andandosene così ha fatto 100 milioni di danni al Milan. Se Donnarumma vale così tanto a 18 anni, lo deve anche a questa società, agli investimenti che sono stati fatti, al coraggio di chi lo ha lanciato in Prima Squadra. Bastava che ci dicesse di non voler restare, avremmo rinnovato con una clausola rescissoria ragionevole. E se fosse arrivato il club più importante del mondo, anche quest'estate, avrebbe dovuto pagare al Milan quella cifra. Così, quello che non entra in tasca a me dal Real va al procuratore. Io però lo avrei reinvestito nel calcio italiano”.
A conti fatti, per Fassone: Donnarumma voleva rimanere, ma Raiola aveva già deciso diversamente, dichiarandosi indisponibile a trattare alle tempistiche del Milan. “Il raduno è ad inizio luglio, io devo poter intervenire in tempo sul mercato – ha concluso l'A.D. -. Se mi avesse detto a metà agosto che non avrebbe rinnovato, cosa avrei fatto? E' una cautela che fa parte della normale pianificazione di un buon dirigente. E poi hanno avuto due mesi di tempo per pensarci. Lite di Raiola con Massimiliano Mirabelli? Non esistono Fassone e Mirabelli, ma una società sola: ogni mossa, ogni proposta, ogni telefonata è stata concordata. Che nessuno cerchi di mettere zizzania tra di noi”.
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