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Galli: “Donnarumma? Non si adagi, così diventerà il migliore”

Gianluigi Donnarumma Milan
Lo storico portiere di Milan, Fiorentina e Napoli, Giovanni Galli, ha parlato a Tuttosport di Donnarumma in vista del big match di domani contro la Juventus

Renato Boschetti

Lo storico portiere di Milan, Fiorentina e Napoli, Giovanni Galli, ha parlato a Tuttosport di Gigio Donnarumma e di Gigi Buffon in vista del big match di domani contro la Juventus. Una sfida che mette di fronte il passato, il presente e il futuro della porta della Nazionale Italiana, al momento in procinto di effettuare la transizione, che si chiuderà (sperando nella qualificazione azzurra) dopo i Mondiali 2018 in Russia. Questa l'intervista di Giovanni Galli:

Sui debutti dei due portieri: "Parliamo di epoche diverse e ambienti differenti. E' vero, quel Parma lottava per lo scudetto e Buffon giocò subito contro campioni come Weah e Baggio. Ma la pressione su di lui era sicuramente inferiore a quella che poteva sentire Donnarumma l'anno scorso. La piazza di Parma, a quei tempi d'oro, assorbiva gioie e delusioni allo stesso modo. Mi ricordo che quando vincemmo la Coppa Uefa (nella stagione 1994/95, unica stagione a Parma per lui, ndr) contro la Juventus si fece una grande festa in città la notte della partita, ma il giorno successivo si pensava già ad altro. A San Siro ogni domenica c'è grande pressione, se il Milan non fa risultato è un problema, sia che si lotti per lo scudetto, sia per obiettivi inferiori come nelle ultime annate"

Cose in comune? Indubbiamente entrambi hanno avuto la capacità di farsi trovare pronti nonostante la giovanissima età in un ruolo da sempre molto complicato. Per arrivare ai livelli di Buffon, Donnarumma non deve adagiarsi, non deve mai pensare di aver ottenuto qualcosa, andando ogni giorno ad allenarsi con l'obiettivo di migliorare. Non deve abituarsi alla routine. Mi sembra che lo stia facendo, noto che cresce di partita in partita. Fino alla gara col Chievo non ero ancora convinto su un tipo di parata sui tiri molto angolati, perché mi sembrava andasse spesso a cercare il pallone con entrambe le mani. Invece su una conclusione di Birsa si è disteso proprio per allungare un solo braccio: non so se è stato un caso, oppure un miglioramento specifico, ma è una cosa che ho notato. Impressiona l’agilità che ha nel muoversi essendo alto quasi 2 metri e pesando 90 chili. Confido che, vista la struttura, capisca che può diventare un portiere dominante nelle uscite alte, togliendo pericoli alla sua squadra in determinante situazioni”

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