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Di tempo ormai ne è passato abbastanza e si può fare un bilancio del primo mese da allenatore rossonero di Gennaro Gattuso. Ringhio è sicuramente l'ultimo dei problemi di questa squadra, un tecnico alla prima grande esperienza, arrivato in corsa, che ha trovato dei giocatori scarichi atleticamente e mentalmente. Ha provato a lavorare su entrambi questi due aspetti, iniziando una sorta di nuova preparazione e dando la scossa provando a fare gruppo, con qualche arrabbiatura in più e con il ritiro.
I risultati però non sono migliorati rispetto alla gestione di Vincenzo Montella. Anzi, si può dire siano peggiorati. L'Aeroplanino quest'anno non è riuscito a vincere gli scontri diretti e soprattutto ha lasciato per strada quattro punti con Genoa e Torino, ma per il resto le partite le ha portate a casa. Con Gattuso, invece, il Milan è riuscito nell'impresa di far fare il primo e finora unico punto al Benevento, a perdere contro l'Hellas Verona per 3-0 e a subire un secco 2-0 contro l'Atalanta in casa. Difficile dire, ma anche pensare, che sia colpa di Rino. Non è assolutamente detto che con Montella le cose sarebbero andate diversamente. Anche perchè sarebbe inutile, non avendo la controprova.
Di certo questa squadra ha dei limiti enormi, sia dal punto di vista tecnico che fisico e mentale. Lo tocca con mano e esce sempre allo scoperto Gattuso. Questa, forse, la caratteristica che più è riuscito a mettere in evidenza Rino: la schiettezza. Ha fin da subito parlato di preparazione sbagliata, dice chiaramente ciò che non gli piace durante le partite. Le idee in campo ci sono, si vedono e sembrano essere anche positive. Il problema è che raramente i giocatori riecono a metterle in pratica, che i suoi uomini sono poco squadra. E un allenatore, in questi casi, ha ben poche colpe. Non era Montella il problema di questo Milan, non è Rino Gattuso. Certo, però, fa male vedere un'altra bandiera rossonera dal glorioso passato soffrire in panchina perchè non riesce a far migliorare le cose. Soffre da tifoso vero, Rino. È un tifoso vero, Rino.
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